E' uscito Halo Reach

Da due giorni. Lo avete comprato? Lo avete finito? Vi state spaccando in multiplayer?

Halo Reach

Ricordatevi che tra pochi giorni (il 14) esce Halo Reach.

Ciao!

No nulla

Passavo di qui per caso. Ciao!

Recensioni Brevi - 4 in 1

E' successo questo. Son passato per caso (davvero, giuro) da BlockBuster. Entro, mi rendo conto di non aver soldi in tasca, se non dieci euro. Allora mi dico "vabbè, noleggio qualche gheims". Ok, detto fatto. 4 titoli, 5 serate a 10 euro. Ecco le recensioni brevi:

Metro 2033 - Simpatico sparatutto, si lascia giocare. L'icona della gamertag è orrida.

Prince of Persia Le Sabbie Dimenticate - Orrendo.

WET - Fa schifo. E neanche poco.

Just Cause 2 - Gioco fracassone che ricorda i blockbuster "ollivudiani" degli anni 80. Comunque è brutto.

E' tutto. Ciao!

Alive

Ok, non ci credete, lo so. Ma siamo vivi. Dico davvero.

Red Dead Redemption - La recensione

La recensione di RDR in realtà non c'è. Motivo? Chi scrive non ha soldi per comprare il gioco, e nemmeno il tempo di giocarlo. Però magari con questo articolo farlocco aumentiamo le visite del blog.

Ciao!

Capcom e gli obiettivi contro l'usato

Questa è fresca. Da qualche giorno sui maggiori siti di nius videoludici, italiani e non, è spuntata una simpatica notizia riguardante quei mattacchioni della casa di Osaka (no, non di Osama, di Osaka).

In pratica, i furboni di Campcom odiano la compravendita dei giochi usati, perchè loro non ci guadagno un euri (o un dollaro, o uno yen, o quello che vi pare). E cosa hanno fatto per invogliare le persone a tenersi i giochi? Ne hanno pensata una bella...

In Lost Planet 2 (avrete notato che non c'è la nostra recensione, non ho avuto il coraggio di comprarlo) c'è un simpatico obiettivo che si sblocca automaticamente inserendo il gioco nella console sei mesi dopo la prima partita. Uhhhhh che figo, che geni!

Anche UbiSoft e Gearbox hanno tentato, tra le altre, una strada simile, con Brothers in Arms Hell's Highway. Stesso discorso, obiettivo che si sblocca dopo un annetto.

A parte la cagata del tutto, ma poi basta portare avanti l'orologio della console e taaaccc, ecco sbloccato l'obiettivo.

Mah, che dire, complimenti ai geni di Capcom.

PS - No, non siamo morti, lo giuro.

Metro M1, Romolo.

                                             "E' come se davvero non vedessi un cazzo."


Esattamente ciò che otterremo se fosse possibile fiondare una "sfera di sospensione dell'incredulità" negli angoli di uno scrigno buio segnato da un pessimo accento farlocco. 


Alan Wake - La nostra rece

Essì ragazzi, puntuale come la morte torna la recensione del mese. E questo mese si parla di Alan Ueik.

Bel gioco, sì. Narrativamente è assai ben fatto, il gameplay è noiosetto, graficamente è indietro.

Bella la limited, anche se la custodia nera stile DVD ex noleggio mette una bella tristezza.

Merita? Sì, compratelo. Ciao!

PS - Recensione breve per mancanza di tempo :-D

Super Street Fighter 4, la mia avventura

Rieccocci aqqua.

Dunque, vi racconto una storiella degna di essere narrata in un pezzo di Giuseppe Junior, il noto cantante neomelodico napoletano.

Ieri, domenica 2 maggio, non avevo niente da fare, allora decido di fiondarmi dal mio rivenditore di fiducia (in realtà non è vero, ci son capitato per caso), dicendo, tra me e me "che fingus, è uscito Super Strit Faiter 4, dovrebbe costar poco, visto che sono a corto di grano quasi quasi lo compro"

Ebbene. Non solo scopro che il gioco costa nel nostro paese 10 euri in più rispetto al resto del mondo, ma anche che per avere una copia del medesimo in versione Xbox 360 bisogna aspettare almeno il 5 maggio.

Si perchè a quanto pare il distributore italiano ha fino ad ora consegnato solamente le copie per la Pleistescion.

Voi mi direte "eh ma queste cose si sapevanodibbrutto da tempo". Sì, rispondo io, ma non è che son 24/7 nei forummi o nei siti di videogheims e quindi io non lo sapevo.

Poi dicono che uno pirata i videogheims. Tutto qui, fine della storia.

Ciao, e non mangiate troppo, che poi non vi stanno più i vestiti che avete.

Non siamo morti

E nemmeno scappati con il malloppo, stati tranquillI!

Il videogioco di Avatar è un flop? Colpa della Fox


Questo post potrebbe intitolarsi anche "ma tu guarda le gggenti che faccia tosta". Praticamente, la news circola da qualche giorno ma noi siamo i soliti ritardatari e ve la proponiamo adesso.

Uno dei produttori del capolavoro (???) di James Cameron ha affermato che se il videogioco ha floppato (e di brutto, anche, aggiungiamo noi) la colpa è esclusivamente della Focs, che non ha supportato adeguatamente il videogheims. In altre parole "il marketing ha fatto skyfus".

Pensate, la Focs si è persino opposta alla pubblicazione di un trailer del videogioco! Che birichini…

Aggiungiamo, di nuovo, noi. Il videogioco di Avatar era brutto, ma brutto forte. Ma non un brutto da dire ok, è brutto. No, qui si va oltre, si va nella bruttura assoluta. Sì. Più brutto di Punky Skunk e di Big Rigs per dire. Non c'è una versione che si salva, forse solo quella per iTelefono è semi decente.

Tutto questo per dire che cosa? Boh, non lo so. Volevo fare il figo pubblicando una notizia videoludica di attualità, ma quando la leggerete sarà comunque vecchia di giorni.

Niente, ci ho provato. Vi ricordo però che se volete comprare il piatto di Natale Disney dovete aspettare il mese di dicembre. Ciao!

Splinter Cell Conviction: la recensione non seria


Prosegue la rubrica delle recensioni non serie, che va di pari passo con la nostra (anzi la mia) voglia di farmi derubare ogni santo mese talleri dal portafoglio, scialacquati per acquistare nuovi incredibili titoli.

Veniamo a noi, anzi, veniamo a Splinter Cell Conviction. Ve li ricordate i vecchi Splinter Cell? Bene, dimenticateveli, perchè questo non ha niente a che vedere con loro.

Splinter Cell Conviction può essere affrontato in due modi. Di soppiatto, come nel passato, oppure entrando in scena per uccidere tutto e tutti, alla Scarface, per capirsi. A parte un paio di fasi che richiedono di essere affrontate di nascosto, si può finire il gioco senza nascondersi mai, riempiendo i nemici di tonnellate di salutare piombo chirurgico. La terza sequenza poi, ambientata nell'Iraq del passato di Sam, è praticamente un clone di Modern Warfare 2. E no, non è un complimento.

Ma il giocoèbello? Si, è bello. Tra l'altro quei geniacci di UbiLol hanno inventato un simpatico sistema per allietare i giuocatori. Praticamente, al buio i nemici non vi vedono, ma voi vedete loro. Uauauauaoooooo! Peccato che questa cosa serva a poco, se non in un paio di missioni. Negli altri casi… ricordate? Piombo.

Avete presente i vari trailer e screenshot rilasciati da Ubisoft dove si vede Sam defenestrare allegramente terroristi, stile Assassin's Creed 2? Si può fare, che figus!

Quindi è tutto bello? Macchè. La storia è banalissima, peggio di una battuta del Cucciolone. La grafica non è il massimo, ma su questo ci si passa volentieri sopra. La longevità? Ecco, qui ci sarebbe da discutere.

È vero che ci sono tre livelli di difficoltà, ma il gioco non dura più di 5-6 ore. Sting in quel lasso di tempo a malapena consuma un atto sensuale completo, mi pare un po' pochetto.

La modalità cooperativa salva un po' le cose, visto che permette di affrontare una sorta di prequel della storia con un amico. Se poi non avete amici, prendetevela con voi stessi e i vostri antiestetici peli superflui, non con Ubisoft che vi donava un modo splendido per rafforzare solidi legami fraterni. Spheegati.

Poi ci sono le mitiche sfide P.E.C, abbastanza bruttine, che abbandonerete prestissimo. Almeno che non vogliate fare gli splendidi nei forum, ma chi in questi tempi di ggrisi si perde in tali bassezze?

Quindi, si compra 'sto Splinter Cell? Se siete ricchi sì, se avete la possibilità di pagarlo meno di 3 euro sì. Altrimenti no.

E ricordatevi che se prenoterete Alan Wake da GameRush vi regaleranno la bellissima torcia ufficiale (pile non incluse). Bella lì!

Poi potrei fare dei bibbidiARGH!

In questo drammatico filmato, il famoso regista Ivandream mostra l'effetto psicologicamente devastante dei giochi di Koggima.
Notevole l'interpretazione di Ziano che mostra una maturità espressiva che solo i più grandi possiedono.


Multifacts #4


Non potevate crederci, ma il notiziario più parziale e querulo della Rete è tornato a infastidire le vostre nobili orecchie.
Sono certo che vi mancava. Almeno la musichetta.
Ascoltate il nuovo parto di Matsu sul misero player a destra, su Mevio e financo su iTunes. La maraviglia della tennicologia!

E Multifap #6? Appena Canoro, Matsu e iDav1de potranno parlarne per più di cinque minuti tutti insieme, siamo certi che la forza tornerà a scorrere potente. Tipo diarrea, per essere precisi.

Metti un giorno, dopo pranzo… (seconda parte)

Matsu: Buongiorno e grazie per l'intervista, maestro. Lei lavora agli eventi crossmediali di MultiFap da qualche mese. Qual è ad ora la sua opinione sul progetto culturale che state portando avanti?

iDav1de: Per prima cosa un saluto a te Roberto e a tutti gli amici di Voyager. Sono entrato a far parte del progetto MultiFap da pochi mesi. Portare avanti un progetto CULturale in Italia non è facile, ma proseguiamo con successo la nostra battaglia contro i commessi di GameStop e simili.

Lei è cittadino italiano, ma anche un po' cinese, vista l'urbe di provenienza. Crede che le BMW bianche dei Chin Chunlà siano chiaro segno dell'integrazione culturale fra popoli?

Sì, assolutamente sì Roberto. E anzi, mi chiedo: perché proprio BMW bianche? Un caso? Noi di Voyager crediamo di no

No, probabilmente non è un caso. Lei spesso dimostra un certo gusto per una candida ironia infantile, fatta di giochi di parole ed espressioni colloquiali buffe. C'è chi ci vede l'influenza del cabaret americano degli anni Venti, chi l'abuso sconsiderato di Estathé. Lei ci può dire qualcosa su come abbia maturato questo particolare stile?

Grazie per la domanda Roberto, posso svelare tranquillamente il segreto. La mia ironia nasce inizialmente come vena polemica contro il mondo che ci circonda. Poi, nel corso degli anni, ho affinato la tecnica fino a fondare una scuola per giovani cabarettisti. Il segreto? Un mix di Estathé al limone e Chicken McNuggets, che, ci terrei a ricordarlo, iniziano con la A di Amburger.

Lei, fra i tre attuali membri fissi di MultiFap, è quello che predilige una prosa meno scurrile, meno scatologica. Questa diversa sensibilità è causata dal fatto che ha registrato in una grotta con un walkie talkie fino ad adesso?

Devo ammettere che l'aver registrato in una piccola grotta con un walkie talkie Fisher Price ha influito molto sul mio stile. Ma non è l'unico motivo: l'altra causa è l'abuso di Estathé citato poc'anzi che mi impedisce di usare parole complesse per formulare i miei discorsi senza senso.

Lei è stato al centro dello scandalo soprannominato dalla stampa Edicolagate. Gran parte dei suoi fan stanno attendendo sviluppi: ha cambiato fornitore di allegati della «Gazzetta dello Sport» o continua nella sua personale battaglia contro quel giornalaio?

Sono lieto di confermare che la battaglia continua. Avendo da poco stipulato l'abbonamento a una nota televisione in pay per view, ho smesso di acquistare non solo gli allegati della Gazzetta, ma la carta stampata in generale, per l'enorme gioia del mio edicolante.

Lei vuole uccidere chi fa il mio lavoro. Ma lasciamo stare. Una domanda a bruciapelo: è vero che ha frequentato le scuole elementari con un altro componente della redazione di MultiFap? Questa cosa non getta ombre sulla sua professionalità? Si ritiene forse un raccomandato?

Confermo la veridicità della leggenda, Roberto. Premettendo che elementari inizia con la O di Ot Dog, come ho imparato alle superiori, posso dire che la mia professionalità non è in discussione, anche se, forse, sono stato scelto dalla redazione di MultiFap con un solo scopo: quello di darmi un contentino per non aver reso pubblico un losco delitto a base di giochi pirata, Amiga e X-Copy Pro.

Ehm… non ho assolutamente la minima idea di cosa stia parlando… ma… *coff coff*… Comunque, le farò un'altra domanda prima di salutarci: crede che il 2010 sia il miglior anno videoludico di sempre?

No, su questo non sono assolutamente d'accordo. Citerei come miglior anno videoludico di sempre il 1939. In quell'anno infatti sono uscito numerosi giochi basati sulla seconda guerra mondiale, talmente realistici che Call of Duty in confronto pare solamente un clone sghembo di Super Mario.
Posso fare un saluto?

Certamente, maestro.

Volevo salutare tutti gli abitanti del mio pianerottolo, i pusher di piazza Mercatale, il noto rapper Jake La Furia, i commessi di Foot Locker e i loro colleghi del negozio Adidas di Barberino del Mugello. Vi ricordo che potete seguirmi su La7, all'interno del programma La Gaia Scienza e vi invito a vedere i playoff NHL su ESPN America. Ciao!


iDav1de aveva un blog in cui contava quanti estathé beveva. Non scherzo.


Vi avevamo promesso una spiegazione. Vero. Ma in realtà vi pongo, come in un'intervista, qualche domanda:

Avete trovato queste interviste di una qualsivoglia utilità?
Essendo certo che non sia questo il caso, non vi irrita che due bacherozzi da seta si mettano a raccontar voi cose di dubbio interesse?
Che vi sbattano addosso opinioni non richieste?

È la prima volta che vi capita?

Amate giornalisti, scrittori, autori che vi spiattellano cazzi loro e aneddoti soporiferi?

Seguite i Twitter di persone famose o perlomeno note?
Perché?
Cosa suscita in voi più interesse rispetto a sentire il panettiere sotto casa parlare della finanziaria?

Perché si percepisce come un bisogno il sentire vicini e umani perfetti sconosciuti?

Perché non sentire vicini le persone vicine, e sentire lontani solo professionisti che sulla vostra curiosità pruriginosa ci fanno discreti quattrini?

Eccovi la spiegazione. Rispondete in tondo, non in corsivo. Nella testa, perché a noi fotte poco di saperlo.

Metti un giorno, dopo pranzo…

Questa immagine è stata scelta casualmente su Google. Davvero.

iDav1de: Matsu, prima di tutto grazie per aver accettato di rilasciare un'intervista, nonostante i tuoi impegni super yeah. Ma bando alle ciance: preferisci i Fonzies o i tarocchi Flash della San Carlo?

Matsu: Ti ringrazio per la domanda, prima di tutto. Francamente nella mia lunga vita di redattore, non che ne voglia fare un merito, brutti mediocri, ho sempre trovato le Fonzies assai più gustose. Certo, non posso dirmi un'estimatore assoluto dei piccoli tumori gialli con il formaggio chimico sopra, ma se proprio debbo scegliere…

Una risposta molto interessante, ma direi di passare ad altro. Anche tu come tutti odi i commessi del Foot Locker?

Certamente. Ho sempre trovato che siano insopportabili. Loro e quella fissazione per la comodità dei miei piedi. Plantari, fantasmini, vernici su spugnette del cazzo, prodotti per la pulizia di fetenti scarpette cucite da bambini. Li Odio. Terrificanti feticisti.

Bene. Passiamo a un campo a noi più vicino, quello dei videogheims. Come nasce l'idea di un podcast come MultiFap?

Nasce precisamente dall'intenzione di confezionare un prodotto che rispondesse ai gusti di una certa utenza raffinata, capace di divertirsi con un brillante umorismo dal registro linguistico alto, quasi aulico. Passati i primi tre anni, con orgoglio ci siamo accorti di avere assolutamente soddisfatto tale utenza. Utenza formata da me e Canoro, per onor di cronaca.

Scommetto che l'utenza tipica di MultiFap odia Gamestop, giusto?

L'utenza tipica di Multifap non compra giochi, in genere. Ne parla soltanto. Trattandosi di un hobby privo di una qualsivoglia voce autorevole, anche la parola di un gretto babbeo con la competenza di un agricoltore del basso lombardo ha un suo peso. Perciò diciamo che Gamestop viene odiato, sì. Non solo perché sono dei miserabili ladri di centesimi che nemmeno gli zingari più zingari oserebbero, ma anche perché spacciano videogiochi; essendo quest'ultimi in teoria il motore primario di una discussione e volendo di converso tutti esporre la propria opinione rimanendo nella più candida e inadulterata ignoranza, ne consegue che Gamestop è il nemico.

Mi sento di condividere questa risposta, e mi sento anche di procedere con una domanda scottante: Pepsi o Coca Cola?

È una domanda assai scomoda di questi tempi. Pare che le sventure di Saviano non coincidano con l'inizio della sua coraggiosa opera di denuncia contro le mafie, bensì da una parola di troppo davanti a un distributore di Coca Cola a Casal di Principe. Io ho una mia risposta, ma non me la sento di iniziare a girare così giovane con la scorta.

Rispetto la tua scelta e passo a una nuova domanda. È noto l'odio di MultiFap (e dei suoi redattori) per personaggi di spicco del mondo videoludico come Hideo Kojima e Peter Molyneux, due geni invece molto amati, specialmente il primo. Come mai questo odio feroce verso i due personaggi in questione e verso gli altri non citati nella domanda, che comunque conosciamo tutti?

Principalmente perché sono dei minchia incapaci. Essendo anche noi dei minchia incapaci, credo sia naturale e fisiologica una buona dose di acredine fra concorrenti. Acredine contraccambiata, vorrei far notare. Basti vedere la grassona che ti vende mappe in Fable II: è CHIARAMENTE un attacco diretto, quasi da toghe rosse, a una figura pubblica come Canoro.

Avevo notato anche io questo attacco diretto, in effetti. Nuova domanda, altro argomento. Recentemente colui che sta intervistando colei è entrato a far parte della scuderia di MultiFap, pur capendo poco e niente. Come è nata la scelta di ampliare l'organico?

È nata essenzialmente dalla necessità di ampliare il numero di interventi nel sito, oltre che a rendere il podcast qualcosa di un po' meno simile a un incontro fra due figuri colpiti da coprolalia cronica. Certo, curiosamente gli interventi scritti sono diventati anche meno frequenti e abbiamo financo infilato una gaia bestemmia nell'ultimo show, ma non temo di esser smentito a considerarle sottigliezze su cui non soffermarsi.
Piuttosto, farei notare come il tasso di "c" aspirate e riferimenti alla vita privata sia aumentato esponenzialmente, aspetto che ci rende invero fieri della scelta fatta.

Direi che la nostra chiaccherata può terminare qui, altrimenti l'intervento diventa troppo lungo e rischiamo di perdere i pochi lettori che ci seguono. Lascia a te l'onore di salutare i nostri fans, ti ringrazio per il tempo dedicatomi/ci/vi/ti.

Grazie per il tempo concessomi nel mio stesso blog e voglio salutare tutti, ricordando loro di continuare ad ascoltarci e a leggerci.
Ah, a proposito di leggere: vi voglio incitare ad acquistare il libro di Franco Legni intitolato Due di Briscola, opera prima di un mio carissimo autore che sta spopolando fra i più giovani.
Ovviamente è un consiglio spassionato, non vorrei che crediate che questa intervista sia solo una marchetta al libro di cui sto curando la seconda edizione. Sia mai!

Ti ringrazio per il consiglio editoriale, chiudo non salutando, ma ricordando a tutti che lunedì iniziano i playoff NBA. Ciao!


Questa cazzata ve la spieghiamo mercoledì. Potreste pensare che sia senza senso. E invece! Ah, che mondi si apriranno davanti ai vostri stanchi occhi!

Le console sono morte. Parola di Koggima


È sempre lui, il nostro mito assoluto. Colui che è poiché esprime. La creatura più illuminata del Ventunesimo secolo, l'uomo che più di tutti incarna lo spirito dei tempi. Kojima. Hideo Kojima. Di idee in verità ne ha avute ben poche negli ultimi anni, ma probabilmente è una nostra triste impressione da mediocri occidentali. Ciò che è certo e ineluttabile è la sua lungimirante opinione sul futuro delle console, pensata probabilmente tra un Metal Gear coi cloni e un altro Metal Gear coi froci.

Il genio ha parlato: in un prossimo futuro, all'incirca quando robot rana ninja prenderanno il posto dei Corpi speciali, le console fisiche non esisteranno più e tutti potranno giocare a cosa vogliono in ogni luogo e in qualsiasi momento. Esempio pratico? Sto cagando un mattone da tre kg in bagno e ho già letto tutte le storie di un vecchio Topolino del 1994? Con la forza della mente posso rilassare l'ano contratto giocando ai videogiuochi! A tutti i videogiuochi che voglio, per la precisione. Come non si sa, però si potrà. Una sorta di nuova frontiera delle seghe mentali.

Sony, dal canto suo, ha risposto al geniaccio con una cosa tipo "che figo, bravo Koggima, speriamo di vederti sviluppare ancora per PleiStescion, ma apprezziamo un bordello la tua voglia di novità". Come a dire: "Brutto cretino, se hai modo di sfoggiare quella faccia da modella tisica in giro per il mondo devi ringraziare una console fisica. La nostra console fisica. Ora chetati e cerca di vendere Peace Walker, altrimenti la PSP la possiamo anche usare come supposta per dinosauri". O scendi il cane che te lo piscio, insomma...

Run fat hero run


Spero sia chiaro che i giuochi di ruolo nipponici mi facciano più schifo di una grandinata di pus surgelato. Più di una donna che molla una scorreggia in un palloncino e se la sniffa in un luogo pubblico. Più di un gruppo emocore che lascia l'emo e il core e si dà solo alla decolorazione dei lunghi ciuffi. Più di due leoni maschi scuoiati che si inchiappettano sul cofano della mia auto. Più delle press release, delle press conference, del pressapochismo che ne consegue. Più del gelato al pistacchio quando penso sia alla mela verde. Più dell'apostrofo al posto dell'accento in è o dell'accento al posto dell'apostrofo in po'. Più del Po. Più di un gruppo di tedeschi con le ciabatte e i calzini bianchi in piazza della Signoria. Più di un abbraccio di un lebbroso con l'aids in una fossa-comune-in-cui-cado-mentre-leggo-sotto-minaccia-un-testo-di-Moccia.

Eh.

Però quel bignami dei jrpg che risponde al nome di Synopsis Quest mi ha proprio conquistato. I venticinque minigiochi ivi contenuti riescono a smontare i cliché narrativi e strutturali del genere con tale bonario (e brillante) umorismo da far suscitare simpatia per il classico Eroe anche a un orco filo-occidentale come me.

Se avete cinque minuti per spippolare su un titoletto in flash, vi consiglio caldamente di dare un'occhiata qua.

Mi raccomando, salutate quella talpa di vostro padre.

Multipiatta, e ora cosa scelgo?

Premetto. Non è un post per fare console uor. Non abbiamo quindici anni, non ce ne frega una mazza. Doverosa premessa, adesso possiamo passare al corpo principale del nostro post.

Si parla, anzi, vi parlo, di multipiattaforma. Sì, ma non è il solito scritto. Anzi. Però mi sono accorto che, pur avendo sia PS3 che Ics Bocs Tressessanta mi ritrovo spesso a comprare solo giochi per la console bianca. Anche quando i titoli sono disponibili in versione multipiattaforma, scelgo sempre la versione 360. Perché?

Beh, per diversi motivi. Per il joypad, ad esempio. Non riesco a usare i grilletti del Dual Shock 3, li trovo orrendi e scomodissimi, mi spiace. Ma il secondo motivo, quello vero, è un altro. Compro quasi solo giochi 360... per gli obiettivi. Non sono un maniaco, però mi fa piacere quando si sbloccano gli obiettivi. Mi fa piacere vedere i punti G aumentare anche se ripeto, non sono fissato, alla fine ho poco meno di 10.000 G, niente di che insomma.

Però, non lo so, c'è quel fascino perverso. Su PS3 i giochi vecchi non hanno i trofei, e oltretutto sono molto fini a se stessi. Certo, anche su Xbox Live alla fine si riduce tutto ad una tesserina con un numero, ma indubbiamente ha il suo fascino. Fascino che su PS3 non esiste minimamente, non c'è nessuna soddisfazione a sbloccare trofei.

E poi la gamercard, quella del 360 si può integrare/visualizzare ovunque ormai e spesso mi son ritrovato a inserire giochi nella console solamente per farne sparire uno orrendo dalla lista dei giocati recentemente. Una sorta di estetica della gamercard.

Finito. Vi ricordo che stasera c'è la finale di basket NCAA, non perdetevela. Ciao.

Spazio autogestito


Vista la mancanza di contenuti ieri, qualcuno di voi potrebbe dire: "ma avevate assicurato settimana scorsa che avreste scritto tre articoli a settimana!".
Che ingiusti. Davvero. Credete che Canoro semplicemente non avesse voglia, se ne fosse scordato o addirittura che se ne fottesse di voi?
Giammai!
Ha voluto anzichenò proporvi lo spazio autogestito qui di seguito. Scrivete voi il post di venerdì, se siete così bravi.















Scritto da

Meteore Developers Edition

I Ninja Theory hanno deciso di fare il grande salto: mai più giochi in esclusiva. Notiziona, no? Cazzo, vi immagino già là sconvolti a mordere il cuscino con il faccione di Kratos stampato sopra.

Del resto vi ricordate dei Ninja Theory, no?
No!?
Non mi stupisce.
Apparso come un fungo su una bovazza, sconosciuto autore dello sconosciuto Kung Fu Chaos, lo sviluppatore inglese diventò tutto a un tratto, intorno alla metà del 2006, il Team dei sogni per Ps3. Questo prima ancora che uscisse il loro famigerato Heavenly Sword e la stessa console su cui cotanta paventata meraviglia avrebbe dovuto girare. Prima che la guerra delle esclusive non diventasse semplice onanismo cerebrale per senza vita.
Tutti li adoravano. E non parlo solo della massa sbavante e illusa dei fan Sony più talebani. No no. Testate specialistiche cartacee e non profondevano lodi prossime allo sbrodolamento. Addetti ai lavori che vedevano nel francamente inquietante crine della protagonista il miraggio di un futuro intessuto da mirabolanti calcoli procedurali. PR Sony che si chiudevano nei bagni aziendali a masturbarsi ferocemente sulle press release.
Una sorta di psicosi collettiva, rafforzata dalla stessa Ninja Theory che snocciolava numeri e illustrava tecnologie sopraffine con una tale asciutta sicumera da far sembrare Carmack uno scolaro. Tante son state le loro opinioni su un po' tutto che, fascicolando tutte le loro interviste e i loro interventi, si sarebbe potuto rilegare una bibbia. La personale Bibbia delle Teorie Ninja. In giro avresti anche potuto dire «Oh, ma fuori fa un caldo che si muore» che sicuramente qualcuno, con aria da evangelista invasato, avrebbe replicato con un «Ma i Ninja Theory nella loro tremiliardesima intervista su IGN, chiamata fra noi fedeli Lettera di Mike Ball Apostolo ai climatologi, dicono l'esatto contrario. Oh, c'hai visto che capelli che ti ci hanno tirato fuori? Ma ne sapranno più di te, no?».

Poi?
Poi il gioco è uscito. I fan Sony, dopo il naturale entusiasmo post-hype, si son scordati perché ci credessero così tanto. Le testate specialistiche cartacee e non hanno estratto la lingua dal culo dei Ninja Theory e hanno valutato il gioco per quell'action anonimo che è. Gli addetti ai lavori hanno scoperto che erano tutti trucchetti da due lire e si son rituffati nel pessimismo cosmico di chi lavora tanto (e male) per guadagnare poco (e male).

I PR Sony continuano imperterriti a masturbarsi ferocemente sulle press release. Ma questo è un altro discorso.

Vedo le ggenti in 3D

Uuuuu che figo il Treddì. E che belli gli occhialini. Quando andavo alle elementari erano tristi, ora sono di gran moda. Colpa dei truzzi? Non lo so, meglio non indagare.

Comunque, dicevo, la moda del 3D ha contagiato tutti. 5 anni fa la parola magica era "Accadì" ora è "Treddì". Poteva Nintendo non essere colpita dal il fascino delle tre dimensioni? Sì, poteva, visto che l'HD l'ha evitato per bene. Però no, Nintendo è stata colpita in pieno dalla sindrome 3D e per tutta risposta... Ha annunciato il Nintendo 3DS.

Nuova, ennesima evoluzione del DS (ci son più versioni del DS che neuroni nel cervello di un tossico), capace di supportare la visualizzazione di giochi 3D, senza bisogno di usare gli occhialini. E come? Booooh, ovviamente i simpatici giappici non hanno rivelato nulla di nulla. Per questo c'è l'E3, eh...

Aspettiamo quindi, magari sto giro la cosa funziona, in barba ai flop degli occhialini 3D per il Master System, del Virtual Boy e del glorioso R-zone della Tiger. Poi però non lamentatevi se vedete doppio e la testa vi scoppia eh. Non è colpa di Brain Training...

May We have your attention, please?

Sabato, momento perfetto per tirar le somme. E per tirare altra roba la sera, se siete quel tipo di persone.

Gioite: Multifap #6 inizia a formarsi nelle nostre giovani menti. Siamo tutt'ora a uno stadio embrionale, intendiamoci. Ancora il padre biologico non lo sa, lo stronzo.

Per venire in contro alla nostra pigrizia, gli interventi sul blog verranno pubblicati tre volte alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Uno rigurgito a testa, giusto per non sconfessare le brillanti norme vigenti sulla par condicio ad assetto variabile.
In teoria la cosa sarebbe iniziata nell'attuale settimana, ma un Canoro di cui non faremo nomi era preso a fare cose e vedere persone. O dormiva. Non si sa.

Multifacts riprenderà dopo Pasqua, quando un Matsu che vuole rimanere anonimo tornerà (si spera) a controllare quei grumi appiccicaticci di tempo libero che gli rimangono.


Questo è quanto. Andate ora. Su, su!

Ubiboh


In Bretagna il tempo è uno schifo. Freddo. Vento. Pioggia. Umidità assassina. Contrattempi climatici sempre accoppiati, spesso presenti contemporaneamente. Vien facile quindi immaginare i fratelli Guillemot chiusi in una casupola, nel tepore confortante di quattro mura isolate dalle pisciate glaciali del buon Dio.
Davanti magari a una bevanda calda, già mi vedo i cinque consanguinei riflettere sul loro futuro professionale. Abitavano nel tanto suggestivo quanto sfigato Corno di Francia, mica a Parigi, Capitale di Francia e dei presuntuosi. Che vuoi fare in Bretagna, a parte coprirti bene?

E invece Yves e fratelli ebbero questa idea pazzesca: mettersi a pasticciare con il mercato dei videogames.

Era il 1986; sentire degli europei parlare di come tirar su soldi con i videogiochi sembrava quasi più cretino e irrealistico di ora. E non è poco, visto come oggi nei forum il primo pirla che ha giocato anche solo a Cooking Mama sembra ritenersi capaci di plasmare capolavori assoluti con due lenticchie, un 486 e gli artwork del cugino focomelico.

Nonostante l'idea fosse ardita, il progetto andò bene. Anzi, ottimamente. Sarà stato il vuoto pneumatico precedente, ma nel giro di una decade i fratelli Guillemot, sotto il nome Ubisoft, hanno arraffato i diritti di distribuzione sul territorio francese di gran parte delle soft co. che contano. A questo punto avrebbero potuto fare come la Leader o l'Halifax: chiudersi nel loro vischioso e remunerativo esoscheletro da usurai del mercato retail. E invece no. Hanno iniziato a espandersi internamente ed esternamente, unendo alla distribuzione la produzione e lo sviluppo diretto di videogiochi. Roba da far luccicare gli occhi di ogni buon sciovinista francese. Roba pesante. Roba che è valsa loro la nomina di Cavalieri della Repubblica francese. Non che facessero male a essere orgogliosi, eh. In Italia noi avevamo la Simulmondo, loro gente che andava a parlare di milioni di franchi con EA e Activision.

Tutto sommato ne ero felice. In mezzo a cowboy e samurai, vedere galanti e posati gentlemen del Vecchio Continente fare a spallate fra fiumi di bit faceva piacere. E la qualità? Non mancava, no. Affatto. Di titoli lodevoli ha riempito le case riempiendosi le casse.

Però.

Però mi stanno profondamente sul cazzo. Perché? Per qualche motivo sparso che elencherò. Sì. Li elencherò senza costrutto perché ho sonno e devo pisciare ancora il cane.

  • Mi hanno ucciso l'SSI. Fagocitata prima, smembrata poi. Ora, io so che il novanta percento di voi non sa nemmeno di cosa stia parlando, ma ecco, immaginate che vi caghino sopra la collezione di beyblade a cui tanto tenete. La Strategic Simulations Inc. era la mia collezione di beyblade. Solo meno gay.
  • Prince of Persia. Passi le Sabbie del tempo (anche se mi chiedo perché, con il capostipite e il seguito famosi per il senso di solitudine, ci debba essere una logorroica rompipalle a fare da spalla), omettiamo la svolta daVk dei due capitoli finali della trilogia… Ma l'ultimo? Santo cielo. Gesù. Visnù. YHWH. Zeus. Shemain. Anansi. Bobby Solo. Giocando a quel… quel… COSO si scopre soltanto che è più facile esalare l'ultimo respiro lavandosi i denti che lanciandosi con un turbante fra strapiombi e pertiche. Ma che dico: nel recente Prince of Persia non si muore. Non ci si emoziona nemmeno per le evoluzioni telefonatissime e vergognosamente autocalibrate. Si fa soltanto una gita di piacere fra suggestivi quanto piatti scorci di una persia arcadica (e anche un po' tamarra). Oltre ovviamente a sorbirsi i botta e risposta dei più insipidi grumi di poligoni della passata decade. Checculo.
    Il colpo di classe, però? Il finale “vero” a pagamento, via DLC. Con questa mossa sono stati capaci di far vergognare anche l'Activision.
  • Starforce, uno dei sistemi anticopia più fetidi della storia. Rischia di friggere letteralmente i drive ottici dei pc, oltre a inserire di nascosto drive con privilegio 0, aprendo il sistema a ogni malware che vi viene in mente. Il risultato? Ovviamente i pirati hanno raggirato il sistema che doveva fermarli in tempi a dir poco brevi., È sempre stato così nel mondo del cracking, non è che ci volesse un genio a prevederlo. Bastava non essere uno sviluppatore, ecco. A pagare lo scotto dello scellerato sistema, come sempre, sono stati i legittimi acquirenti. Uno dei capostipiti dell'ormai classico: “I pirati ci fanno la bua? Prendiamocela con chi i giochi li compra”.
  • Del sistema antipirateria di Assassin's Creed II abbiamo parlato fino alla nausea. Assassin's Creed mi dà la nausea. Direi di passare avanti e di passarmi un secchio per vomitare.
  • L'avete provata la demo di Splinter Cell Conviction? Io l'ho installata, ma credo di aver beccato un bug: il gameplay era patetico come un prete davanti a una scuola elementare. Dev'essere un bug, per forza.
  • L'apporto vomitevolmente massiccio su Wii. Si commenta da solo. Forse non hanno cagato fuori dal vaso con il secondo Red Steel. Forse. In tempi di vacche magre è bene non fidarsi dei commenti entusiastici di un possessore di Wii. Sarebbe come sentire un'eroinomane decantare la prelibatezza della colla.
  • Giulia passione quelcazzochetivieneinmente. Non è che abbia problemi con il mercato casual. È un altro target, non mangia nello stesso piatto dove mangio io. Ma per dindirindina, quanti diavolo di Giulia passione esistono? Hanno saturato quel mercato in maniera ignobile, tanto che non dubito che scoppierà come una bolla di sapone. Sembra di vedere tante piccole cartuccine con su scritto “Azioni Cirio”.

Ci sarebbe altro da dire. Ma ricordate? Pisciare il cane? Sì. Alla prossima.


Internet & Conquer 4: Tiberian Twilight


Essì, lo so che il gioco si chiama Command & Conquer 4: Tiberian Twilight, ma in questa occasione vale la pena aggiungere il suffisso internet nel titolo. Perchè la casa di Riccitiello (con un cognome così puoi solo aprire un pastificio o andare a dirigere il settore sportivo della Diadora) ha ben pensato di usare un sistema di protezione simile a quello scelto da UbiLol per Assassin's Creed 2 PC.

E tanti si son lamentati, visto che questo è ancora più invasivo! Tanto per iniziare, bisogna essere connessi alla rete sempre e comunque, ma questo ormai lo sappiamo. Il problema è che, se la rete viene a mancare durante una partita, il gioco si rifiuta di salvare fino a quando non ci riconnettiamo...

...
...
...

Electronic Arts se ne frega, visto che, fondamentalmente, la protezione viene lanciata con questa mentalità "per crackarla ci vogliono pochi giorni, durante i quali noi abbiamo già guadagnato abbastanza spillando soldi a utenti onesti".

Utenti che però si sono rotti le palle, davvero, di questi sporchi trucchi. Sì, perchè io pago con soldi veri, sudati, e voglio essere libero di giocare quando, come e dove mi pare. E se volessi giocare in treno, in bagno, al pronto soccorso o in coda alla posta? Eh, non posso, se non ho la connessione. E se la mia religione mi vieta di connettermi alla rete? Pace, mi attacco al tram.

Alla fine Assassin's Creed 2 era anche un gioco tutto sommato ben fatto, e molti hanno chiuso uno o due occhi. Ma per una ciofeca come Command & Conquer 4 tutto questo è davvero troppo.

Ciapa lì!

Multifap #5 Out Now!

La quinta puntata di Multifap è finalmente pronta. Incredibile a dirsi, nevvero?
Un mese e mezzo di registrazioni, bestemmie, problemi tecnici di registrazione, problemi di bestemmie con i tecnici, registrazioni di tecnici.
Tutto questo sudore e sangue per venticinque minuti di sputazzi su microfono, gracchianti tracce vocali e consonanti folcloristicamente masticate a casaccio.

Insomma, la vostra classica e accogliente puntata di Multifap vecchia scuola.



  • Designers trombati dal destino. I nomi? La cacca
  • La scuola elementare per bambini speciali
  • Un'ora e mezzo di riflessioni in una freddura
  • Oltre lo stipendio il nulla: il game designer
  • Recensione in un fiato: Spore
  • Nessuna scena extra, per carità
  • Nessuna scena extra extra, ci mancherebbe, perdiana

Potete ascoltarlo sempre da quello schifo di player-bottone sulla destra, abbonandovi sulla puttana musicale o scaricando la puntata da Mevio.

Collezionismo videoludico. Aka soldi buttati


Premetto che la nascita di questo post ha una causa ben precisa. In un momento di noia mi son ritrovato a fissare la mia collezione di giochi per iPod Touch. Collezione di giochi? Collezione di icone quadrate, casomai!!!

Essì. perchè un tempo si collezionavano scatole, ora icone colorate. Il solito post "a morte il DD, viva i supporti fisici" penserete voi. Ennò, rispondo io. Però mi chiedo...

Ma la vorrei davvero la scatola di Guerrilla Bob o N.O.V.A.? No, certo che no, chissenefrega. E la vorrei la scatola di Geometry Wars 2 e Castle Crashers? Ecco, di questi due magari si...

Tutto questo popodirobbba per dire cosa? Boh, mi sono scordato, anche perchè per scrivere queste tre righe ci ho messo quindici minuti buoni.

No, dicevo quindi in futuro ci troveremo a collezione icone quadrate? Si, può essere, e non parlo solo di videogiochi. Pensate a libri e fumetti. Pensate agli Mp3, già da anni la gente collezione icone musicali.

In fondo
una cosa del genere esiste già da secoli. Si chiama collezionismo di francobolli.

Bon, buon weekend!

No connessione? No Assassin’s Creed 2!

In questi giorni UbiSoft è nell’occhio del ciclone. Per cosa? Per l’assurdo sistema di protezione di Assassin’s Creed 2 in formato PC, eccopercosa!

Dovete sapere, cari bimbi belli che ci leggete, che la casa francese (ridateci la gioconda, cit. il tizio delle suonerie) ha lanciato proprio la settimana scorsa AC 2 su PC. E finalmente, dopo ben quattro mesi di attesa. Ma l’attesa è stata ripagata, pensano i giocatori, ci sono anche due DLC gratis che su console sono a pagamento, pappappero.

Tutto bello? Sì, se non fosse che Assassin’s Creed 2 adotta un sistema di protezione ridicolo. Ma ridicolo forte. Ridicolo tipo che per giocare devi avere una connessione sempre attiva.

Essì, avete capito bene. Al primo avvio bisogna creare un accaunt su Ubi.com, e questo profilo viene usato per conservare tutto: salvataggi, statistiche e compagnia cantante. I dati risiedono sui server di UbiSoft, per questo è necessario essere connessi per giocare.

Per necessario intendiamo che bisogna SEMPRE avere una connessione attiva, altrimenti il gioco non parte. E se si disconnette la ADSL? In questo caso nell’attesa del cambio provider il gioco si blocca, fino a che la connessione non riparte. Geniale, davvero, si si.

A chi scrive è capitato di stare per diversi giorni senza connessione ADSL a causa di guasti tecnici (ma sarà capitato a tutti) e quindi? Non solo non si naviga, ma non si gioca neppure! Eccheccavolo!

Il problema è che i server UbiSoft non funzionano benissimo e in questi giorni hanno impedito a diverse persone di giocare correttamente, con crash frequenti e periodi di down più o meno lunghi.

E indovinate un po'? Chi ha piratato il gioco non ha avuto nessun problema, men che meno chi lo ha comprato su console…

Evviva il mercato piccì e lesue simpatiche protezioni!

Tesoro, mi si è ristretto il calendario


No, non il calendario della Ferilli, o perché no, quello delle stelle del basket NBA (ora in tutte le edicole). Parliamo del calendario interno della Pleistescion 3. Dovete sapere che il datario della console Sony è andato recentemente in crash ed ha causato danni alle PS3 fat. Solo alle fat però, perché sono brutte, grasse e cattive.

Ricapitoliamo. 1 marzo, i possessori di PS3 sono in delirio. Perché? Non riescono ad accedere al PSN, i trofei non si sicronizzano, i video non partano, i giochi nemmeno. Che peccato, ora non possiamo giocare ad evi rein!

Tutti si fiondano in rete ed in breve tempo si scopre la causa del problema. Sony si giustifica citando un massiccio attacco hacker ai danni del Playstation Network. Ma la verità è ben altra, l’orologio interno della PS3 è impazzito, cercando di saltare dal 28 febbraio al 29 (data inesistente nel 2010), mentre avrebbe dovuto skippare automaticamente dal 28 febbraio al 1 marzo.

Tutto qui? Si, tutto qui. Un banale errore di programmazione ha causato il crash di milioni di console. Sony ha consigliato di non accendere ne usare la console fino a completa soluzione del problema. Cosa che è successa nella mattinata del 2 marzo. Oggi per la PS3 è il primo del mese, quindi il calendario ha ripreso a funzionare senza intoppi.

Immaginiamo suicidi di massa in Giappone, visto che tutto questo è avvenuto indubbiamente a causa dell’errore umano (dei programmatori, dei tester addetti al controllo qualità? Chi lo sa…)

In ogni caso la situazione è stata assurda, con gli utenti che hanno intasato Feisbuc, Tuitter ed i forum lamentandosi dei salvataggi persi e dei trofei cancellati.


Ed è inutile sperare, la Sony non vi regalerà un gioco gratis scaricabile dal PSN per scusarsi del disguido!

Perché la Square Enix non paga me per la promozione?

Non è una pubblicità più convincente, professionale e sincera della merda che gira ora su FFXIII?
Io dico di sì.
E non vi linko un bel niente perché ho la fatica dentro.

Milo, il bambino scemo di Molyneux


Tanto tempo fa, ma neanche tantissimo, precisamente all’E3 2009, il buon Peter Molyneux, fondatore dell’omonima azienda produttrice di elettrodomestici, presentò un titolo interconnesso con Project Natal(e), il mitico Milo and Kate. Più Milo che Kate, in realtà.

Comunque, dicevamo, M&K (sembra la marca di uno scooter) è un simulatore di non si è bene capito cosa. Praticamente Milo è un bambino e il giocatore può interagire con lui tramite lo squallido clone del Wiimote. Tutto bello? Boh. Il filmato durava tre minuti e non si è capito praticamente nulla, solamente che possiamo parlare e comandare a bacchetta il bamboccio virtuale.


I giocatori si sono spaccati in due. Chi ama Milo e chi lo vorrebbe mettere sotto con un tir e poi usarlo come tappetino per il bagno. Ma mica finisce qui eh, perché il buon Mulino (bianco) nel corso dei mesi ha rilasciato dichiarazioni strabilianti tipo “eh la demo dell’E3 durava tre minuti, che volevate capire del gioco? Ora vi dico tutto io” salvo non dire poi una mazza perché “al momento non ne posso parlare, mi spiace”. Le solite cagate insomma.


Ma non è tanto questo il punto. Il punto è: che senso ha questo pseudo gioco? A cosa serve? A chi serve? E perché dovrei comprarlo? Sarà venduto in bundle con Natal? Speriamo di no.

Secondo Peter comunque l’esperienza di gioco (???) con Milo e Kate sarà incredibile, divertentissima, strabiliante, drammatica. Sarà come giocare a un JRPG insomma: basta levare i primi tre aggettivi e ci siamo.

Lost in localisation



Sega Sega Sega. Io ti voglio bene da quando ero piccino come un cecio schiacciato. Quello che ti sto per dire ora prendilo come uno sprono a migliorarti, a tornare quella straordinaria fabbrica di sogni che preferiva fallire piuttosto che snaturare la propria visione. Sei stata l'unica, nel panorama mondiale del nostro hobby, capace di mantenere per vent'anni una coerenza di intenti straordinaria. Come te solo Nintendo; lei magari con un pizzico in meno di passione e un pancale intero di pragmatismo in più.
Non ti offendere, ma te lo devo dire: sei rincoglionita come una novantenne con due dita di placche sulle arterie.
Tolto il saldo tutto sommato attivo fra i successi e gli insuccessi post-dreamcast, quello che mi fa spavento è la piega nippocialtrona nella gestione dei tre mercati.

Esempio?
Yakuza 3, il quasi erede spirituale di Shenmue quasi low budget, pare finalmente raggiungere l'Occidente con il suo carico di tamarri mafiosi e di possenti BBBUGNI con anelli d'oro annessi.
Qual è il problema? Questo.
A quanto pare, le versioni americana ed europea di Yakuza 3 disporranno di meno contenuti rispetto a quella giapponese. Uno pensa: "vabbè, sarà un problema di budget limitato per la localizzazione o di strette tempistiche da rispettare. È una situazione misera da cialtronipponi, ma almeno porteranno il gioco qui da noi". La cosa merdavigliosa che mi inorridisce però è la loro riflessione sul cosa tagliare.

Yakuza 3 US/UK ha contenuti leggermente diversi rispetto alla versione JP, essendo stati costretti a eliminare alcuni pezzetti per portare il gioco in Occidente nei tempi concessi. Le parti che abbiamo finito per tagliare sono quelle che ci sembrava non avessero alcun senso (come il quiz di storia giapponese) o non fornissero i giusti richiami in Occidente(come il concept di un Hostess club).

Come si dice dalle mie parti: "eccoci all'acqua".
Dalle parole del rappresentante Sega traspare un'orrido e curioso intento dietro a questi tagli. Saranno state sicuramente scelte dettate in primo luogo dai tempi concessi alla localizzazione, ma pare che abbiano anche cercato di venire in contro a noi mediocri occidentali, incapaci di comprendere culturalmente il concetto stesso di Hostess club o poco inclini a imparare qualcosa del millenario Medioevo del Sol Levante.
Diciamoci la verità: Yakuza in Occidente non ha mai venduto un cazzo. Non è titolo da ammerigano con Madden fisso nel tray della Playstation3. I pochi acquirenti che hanno amato i due sequel vogliono una storia di crimine puramente giapponese, dal sapore giapponese e immersa in un contesto profondamente giapponese. Non si fanno certo intimidire da due domandine sul Periodo Edo o sulla restaurazione imperiale, tantomeno hanno alcun problema a comprendere le dinamiche di un Hostess Club. Cazzo, probabilmente sognano di andare in un posto del genere da una vita.

Ma no, siamo sempre allo stesso triste, mascherato autocompiacimento nipponico. Sono i bimbi speciali, quelli con una cultura così diversa e stratificata che l'occidentale, cowboy dalla pistola sempre pronta e dalla grazia di un muflone, non può provare nemmeno ad avvicinarcisi.
Non importa che per poco non si vendano più fumetti, cartoni e altri prodotti culturali giapponesi in Occidente che in Oriente. Non importa che gli studenti di lingua e letteratura nipponica stiano incomprensibilmente aumentando di numero negli anni. Non importa che siano stati assorbiti fenomeni culturali a noi completamente alieni come il cosplaying o generi musicali altrettanto misteriosi come il visual kei. Noi comunque non li possiamo capire, abbiamo bisogno di essere presi per mano dai saggi artisti musi gialli.

Posto il fatto che storicamente chi ha bisogno di adattamenti per il proprio mercato non sono gli americani ma i giapponesi (vedasi ad esempio lo stupro del design di Ratchet), è il sottile razzismo vestito a festa a irritarmi.
Se queste merdate le sforna Square Enix mi importa un fico secco, scema e incapace com'è, ma tu, Sega, non puoi. Tu sei stata diversa. Ti abbiamo amato perché il messaggio che traspariva dai tuoi titoli era universale.
We were not lost in traslation.

Informazioni di (dis)servizio

Almeno non vi siano cataclismi dell'ultima ora, la registrazione di Multifap #5 avverrà stasera.
Si parlerà, sparlerà delle vecchie glorie del game design.
Passato, presente e futuro di una figura "professionale", il padre-padrone lead designer, che nel tempo ha perso quell'alone di mitica onnipotenza che la contraddistingueva.
Da Romero a Lord British, passando per Will Wright e Kogggima.

Niente di importante, comunque. Solite brutte parole, acidità inspiegabile e scenette recitate malamente in lombardo-toscano.

Vi invitiamo, silenziosi lettori e ascoltatori, a mandarci mail o commenti in calce a questo intervento, con domande od opinioni per la prossima puntata. Sappiamo che ci seguite. Carta (digitale) canta. Ci piacerebbe tantotanto rispondervi, brutte merde.

Multifacts #3



Terza puntata delle news più sinceramente mistificate del panorama italiano, nuovamente e straordinariamente in tempo.

Ci scusiamo se il blog non è stato aggiornato con costanza in queste due settimane, ma, per vicissitudini private che a voi non devono interessare, i tre non hanno avuto assolutamente tempo per rallegrare i propri psicoterapeuti con fiammanti articoli. Per settimana prossima si vedrà. Chissà. Boh. La vie en rose.

Se vi può rallegrare, Multifap #5 è pronto su carta. "Solo su carta?" potreste dire voi. Multifap però non fa (mai più) una scaletta del cazzo e registra per sette ore filate, piuttosto scrive dei contenuti. Brutti, ma preparati.

Aspettatevi novità a brevissimerrimo.

La vera falsa storia di Ping Pong III

Un maestro dell'arte del Gorilla Depilato


13 marzo 1995. Pioveva a dirotto in quel livido pomeriggio di fine inverno. Ping Pong era nel pieno degli allenamenti di definizione dei glutei per gli Ass Open di maggio, piegato e dolorante sugli attrezzi. Era assolutamente intenzionato a rispondere agli insulti e al boicottaggio di Olof con la migliore prova della sua carriera agonistica.
L'atleta non usciva in pubblico dai fatti del settembre precedente, passando gran parte del suo tempo nella famosa palestra Shake 'n' Suck di Philadelphia, fucina di campioni straordinari come Alan Fag Hangover e Leonard Dizzy La Fayette.
Quel giorno, in mezzo alla scrosciante pioggia, l'auto di un rappresentante della DGW, Harold Dunnigam, si fermò davanti al suo rifugio. Secondo la testimonianza dei presenti, Ping Pong e Dunnigam non si scambiarono che poche, secche, pesanti parole. Pare che qualcuno sbottò anche con un acidulo «fottuto leccafiga». Ciò che è certo è che la DGW, con una lettera fortemente formale e la laconica presenza del dirigente, informò il tesserato Ping Jewel Kikkoman Pong della sua estromissione dal circuito professionistico ad interim.
Il ballerino sinoamericano uscì trafelato dalla palestra, senza nemmeno salutare il suo personal trainer o togliersi il pantacollant rosa, madido di sudore.
Mister Dunnigam, attualmente presidente dei pentagiochi erotici di Helsingborg, ebbe a dire qualche mese fa: «Con il senno di poi, considero la scelta della mia federazione poco felice. Non potendo squalificare Ping Pong con una motivazione discriminatoria, si puntò sulla tesi della scarsa trasparenza, contraria all'etica della nostra disciplina e financo al nostro codice di abbigliamento. In mezzo ai cambiamenti radicali che scuotevano gli Stati Uniti e, di riflesso, la nostra federazione, ci sembrava più comodo evitare di inamichirsi una fetta piuttosto ampia dei nostri atleti. Abbiamo perso forse uno dei prospetti più interessanti della sua generazione e il rammarico è forte, considerato poi che gli atleti dichiaratamente eterosessuali ultimamente stanno mietendo successi rilevanti».

Ping Pong scomparì dai radar per più di un anno, sebbene vi siano state numerose segnalazioni da parte dei fan più accaniti.
C'è chi giura di averlo visto in compagnia di Alan Moore in un pub di Northampton, intento a parlare di un progetto di teatro sciamanico di cui sarebbe stato il protagonista. Alcuni aspetti di Promethea, in effetti, ricordano in maniera eclatante l'ex decatleta cinese.
Si dice che nel novembre del 1995 sia stato pescato ubriaco alla festa esclusiva di Madonna per l'uscita del disco Something to remember, intento a pisciare serafico nel ciotolone di punch che faceva bella mostra sul tavolo del buffet.
La voce più curiosa, sebbene anche la più affascinante, vede un vendicativo Ping Pong ritirarsi alle pendici del Nanga Parbàt, deciso a imparare la probita tecnica marziale del Gorilla depilato. Si dice che un maestro di questa pericolosa arte marziale riesca a stappare un crodino uscito dal freezer usando un semplice accendino Bic. Tenendo la bottiglia con le sole chiappe.

In mezzo alle tante voci non verificabili, sarà la rotta voce di Ping Pong al telefono nel febbraio del 1996 a dare una testimonianza del tormento di un'artista ancora ineguagliato.


[continua…]

La vera falsa storia di Ping Pong parte prima
La vera falsa storia di Ping Pong parte seconda

Multifacts #2


Per il rotto della cuffia, ecco a voi la puntata di Multifacts della settimana.
Inutile ripetere che possiate gustarla su Mevio, sul pessimo lettore della domenica a destra e su itunes.

Ma laggente si chiede: «A quando Multifap #5, che Matsu ha rotto un po' i coglioni?».

Presto. Molto presto. Abbiamo già qualche idea, che è più del nostro solito.

Bufere, Water e battle.net

Il problema non è spendere denaro per StarCraft II. Sono certo che, a parte il comparto estetico vetusto, la necessità di comprare tre volte lo stesso titolo per avere tutte le campagne in singolo, la mancanza di un rivoluzione in meccaniche di gioco vecchie quindici anni per non deprimere quei subumani dei coreani, tutto sommato sarà un discreto giuoco che allieterà grandi e piccini.
Ripeto: il problema non è spendere denaro per StarCraft II. Il problema è spendere denaro per StarCraft II e non poter sfruttare la stupida licenza d'uso nel modo che più mi aggrada.
A cosa diavolo mi riferisco?
Come i più informati di voi sapranno, battle.net, dopo anni di onorato servizio, subirà un drastico cambio di registro.
Basta visitare la paginetta di StarCraft II per essere inondati da uno stile promozionale che definirei microsoftiano, nel senso che, come per le presentazioni dei software della casa di Redmond, si spalmano la vaselina sull'uccello e intanto ti spiegano perché il sesso anale passivo aiuti nella vita di tutti i giorni.
Riassumendo il nugolo di eccitate banalità cagate dal signor Canessa, battle.net diventerà uno Steam dei poveri: social networking, incentivi all'e-penis enlargement, obiettivi generalmente beoti e altre facezie di poco conto. Ma soprattutto costringerà l'utente ad avere una connessione internet sempre attiva per godere dell'esperienza di gioco, anche in singolo. Non viene affermato esplicitamente, ma non serve il Mago Pancione per intuire che l'idea sia quella di una costante e paranoica autenticazione delle copie.
E non va bene. Cazzo, non va bene per niente.
Si torna quindi alla storiella di Barbapapà, aggiungendoci l'aggravante di una fetta di potenziale utenza, poco importa sia piccola o meno, che non potrà usufruire di un'esperienza di gioco solo perché la Blizzard ha paura dei brutticattivipirati. Ovvio aggiungere che, ironia della sorte, il pirata giocherà la campagna in singolo, comodamente seduto sul cesso senza avere un router wireless, al massimo un paio di giorni dopo l'uscita ufficiale.
A parte gli improperi del caso, spero soltanto che nessun altro sviluppatore segua questo sciagurato esempio. Oh, wait.

Matsu


Aggiungerei una nota sul mercato videoludico: videogiocatori, siete dei grossi bimbi incapaci. Possono vendervi facilmente una riga di pixel rosa al costo di un prodotto rifinito. L'industria fa come i cioccolatai nel dopoguerra, quando dopo l'orario scolastico le barrette costavano il doppio. Ma ok, il bambino è coglione e gli sta bene.
Voi ora avete un lavoro, degli impegni irrilevanti e forse lo date a un buco, ma siete sostanzialmente le stesse teste mocciolanti che scambiavano la Liguria per il Pakistan. Ma che soprattutto pagavano il triplo per del burro sporco comprato da un vecchio analfabeta. E questo lo fa prendere nel culo anche a chi sapeva rispondere e a quelli che non avevano i soldi per la cioccolata.

Canoro

BioShock 2, innovazioni a palate e gameplay rivoluzionario. Ma anche no.



Lo sappiamo, BioShock 2 esce domani, ma il nostro negoziante di fiducia lo aveva già disponibile da venerdì. Quindi un simpatico componente della redazione di MultiFap, io nello specifico, è andato ad acquistarlo ben donde il sabato mattina. E tutto contento torna a casa, mette il disco nella 360 ormai vecchia e decrepita (è un modello del 2006) ed è pronto a ritornare a Rapture…

ZioShock 2 inizia, stranamente, con un filmato di presentazione. Abbastanza lungo, tanto è vero che dopo circa un minuto ho deciso di skipparlo a piè pari. Bello il menu iniziale, si vede che c’è un gran lavoro dietro.

Premendo Start->Nuova Partita il gioco ha inizio. Ed è un bell’inizio, sinceramente. Rapture è una città fantasma. Il degrado è palpabile, tutto è lasciato li, a morire, tutto è abbandonato. I pochi abitanti sono dei matti in carriola, davvero. Pseudo zombie e psicopatici che urlano di tutto da «vieni qui stronzo» a «levati dalle palle, merda», ci manca solo un «sei un tamarro, impiccati» o un «metti a posto la camera, figlio degenere» e siamo apposto.

Durante le prime fasi il gioco sembra uguale al suo predecessore. Andando avanti l’ipotesi diventa realtà. Cosa cambia dunque? Beh, in questo episodio c’è la trivella nel proprio arsenale e si possono oltretutto usare armi e plasmidi nello stesso istante. UAU.

E la volete sapere una cosa bella? C’è anche la Big Sister! Un incrocio tra il Big Daddy e non si capisce bene cosa, comunque una tizia vestita di latta, una robot immagino, petulante come un venditore di rose in un pub.

A parte questo però il gioco scorre fluido e liscio. Gli enigmi sono basilari, sempre se possiamo chiamarli enigmi. Prendi la chiave, vai al generatore, prendi il codice, apri la porta.

Con la trama non andiamo oltre per non rovinarvi la storia. Che è una gran bella storia eh, intendiamoci. BioShock 2 è meno ispirato del predecessore, ma è comunque un degno DLC. Come, è un gioco completo? Ah, giusto…

ZioShock 2 si lascia giocare, ma ha un grosso difetto. È corto, lo story mode dura meno di quello di Modern Warfare 2, il che è tutto dire. I dialoghi deliranti di Rapture però son belli e tanto vi basti.

Ah sì, c’è anche una modalità multiplayer, totalmente inutile, oltretutto quando l’ho provata non c’era nessuno. Forse non hanno ancora aperto i server? Boh.

Comunque, compratevelo se avete soldi da spendere, se poi siete iper ricchi compratevi la limited con il vinile ed altri inutili gadgets. Tipo il simpatico portachiavi.

BioShock 2 è IL gioco di febbraio, per ora, visto che Dante’s Inferno è brutto ed Heavy Rain non è ancora uscito. Ciao!

Multifacts: le news del mondo videoludico esposte un po' come capita



Sto ascoltando con gusto un album dei Pavement; ciò dovrebbe dimostrare come non sia in vena di grandi picchi di lirismo e classe.
Perciò, su Mevio e sul nostro lettore dimmerda a destra, troverete la prima puntata di Multifacts.
Che cos'è Multifacts? Un micronotiziario sulle news della settimana, in genere esposte in modo solo parzialmente veritiero. Totalmente in linea con il resto del giornalismo italiano, insomma.

Enjoy. O anche no, nel caso.

Sonic 4 e lo scovolone del cesso di Izuka


Evviva evviva! Gioite, bambini, perché finalmente il progetto Needlemouse è stato svelato al pubblico!
Salutate Sonic 4, l'old school incarnato: fondali con vari livelli di parallasse, suoni presi di peso dai circuiti di un Megadrive; ritornano i badnicks, le palme, le strutture naturali a misteriosi quadrettoni; scorrimento laterale, power up classici, faccione di Robotnik impresso sul cartellone girevole alla fine del livello; primo stage con la parola "Hills" nel nome.
Io già, nel mio piccolo, avevo motivi per perplimermi. Se volessi giocare a qualcosa di simile al primo Sonic, giocherei al primo Sonic. L'hanno proposto in Digital Download e su raccolte retail praticamente su ogni piattaforma disponibile, tanto che un giorno sogno di poter raccogliere i Chaos Emerald interagendo con la tazza del bidet.
Non paghi, probabilmente al sol scopo di farmi andare di traverso l'ennesima amara sorsata di vita, mi schiaffano nelle natiche il meraviglioso modello poligonale di Sonic. Poligonale, sì.
Duedimensionieunfottutomezzo.
Ora, non ho voglia di tediarvi con la banalissima differenza che intercorre fra animare uno sprite e un mucchio di forme tridimensionali incollate. Però, almeno non siate davvero pirla, dovreste intuire come le vecchie sagomone disegnate permettano di gestire animazioni più fluide e un'interazione con i fondali precisa, chi l'avrebbe mai detto, al pixel.
Se stai progettando un maledettissimo platform cercando di scopiazzare dal capostipite di una gloriosa serie, si spera che tu tenga conto dell'importanza dell'animazione nella tua equazione della nostalgia.
Mainveceno. Il deforme porcospino di Sonic 4, con chiari problemi di gigantismo agli arti inferiori, si dimena su schermo così grottescamente da far sembrare il pingue idraulico italiano di NSMBWii Ryu "Fucking" Hayabusa.
New Super Mario Brothers Wii. Nominato non a caso, anche se sembrerebbe. A me pare chiaro come la Sega stia cercando, in maniera nemmeno troppo velata, di cavalcare l'onda del successo del giochino per l'ammiraglia Nintendo che tanto ha fatto bagnare il volgo durante queste vacanze natalizie.
Mi immagino Takashi Izuka sul cesso, mentre guarda con insistenza lo spazzolone del bagno. «Sai cosa, Taka? Ma perché non facciamo un bel New Sonic? Cioè, ha funzionato con Mario.» «Cazzosì. Sei un genio, mio caro Scovolone marziano telepatico.»

Il problema che Izuka e il suo amico puliscimerda alieno immaginario non hanno considerato è la gargantuesca differenza odierna fra le due mascotte.
Mario ha un nugolo di fan sfegatati che lo difenderebbero sempre, anche se si fottesse una minorenne durante il suo mandato. Per non parlare del fatto che è il protagonista e comprimario di un numero elevatissimo di titoli, generalmente mai sotto al discreto a livello qualitativo. Sonic ha un nugolo di fan, vero, ma la metà si masturba e basta sui porno furry, l'altra si è sorbita secchiate di merdosissimi spin off e qualche titolo di eccellente fattura, vero, ma confezionato con la cura e l'amore che si profonde nello scaricare una schifosa trippona.
Che la discutibile scelta di Nintendo di far saltare Mario come fosse sulla luna sia funzionata, non significa che sia replicabile con successo.
Ma che poi in realtà non è nemmeno questo il punto. Il punto è che non mi piace, sono arrabbiato e ora voglio un gelato per consolarmi.
Ecco.

Multifap #4 Out nau!

Ebbene sì, miei cari.
La quarta puntata di Multifap è finalmente disponibile per tutti i feticisti del rumore che ci seguono con tale e insospettato trasporto.
Fra le novità più choccanti (o shockanti? Chissà), da segnalare la presenza gradita di Ziano e iDav1de, oltre alla guest star Fertility Hollis che ha prestato la sua femminea ugola per uno degli sketch presenti.
Attenzione: tolte due scenette farcite dal solito cattivo gusto e pessima recitazione, gran parte dell'episodio è formato da un mattone serioso et cialtrone sui giuochi di ruolo. Probabilmente ha un effetto soporifero. Nel caso vi spacchiate un sopracciglio addormentandovi sulla tastiera, vi preghiamo di farcelo sapere presto.


Potete ascoltarlo sempre da quel cazzo di player a forma di bottone sulla destra, abbonandovi su ioMelodie o scaricando direttamente la puntata da Mevio.

Frasi dall'inferno



No, no, Dante's Inferno (o Ciofeca's Inferno, secondo alcuni) [o Italianistica's Inferno, secondo me. N.d.Matsu] non è l'argomento di questo post.
Questa volta parliamo di frasi random, quelle dette dai teneri e simpatici commessi delle grandi catene di elettronica/videogheims. Non facciamo pubblicità, quindi non citiamo nessuno, anche perché altrimenti ci denunziano e ci tocca vendere il culo per pagare gli avvocati. E vendere gli avvocati per pagare culi nuovi.

N.B. Le frasi che leggerete di seguito sono tutte reali, pronunciate veramente da qualche addetto vendita. Al massimo solo leggermente ricamate. Se qualcuno si riconosce, non è colpa nostra. Tra parentesi, i commenti.


«Lo vuoi gittia coi i cavalli? Esce ad aprile.» [No, ad aprile ho già ordinato Splinter Sell, sorry]


«Non ho il resto di due centesimi.» [Pace, lo trovi, non sono una ONLUS]

«Ho finito le buste.» [si, e io Rock Band come lo porto a casa?]

«God of War 3 lo vuoi per PlayStation o Xbox?» [Per Gig Tiger non c'è, eh? Peccato]

«Ciao volevo Super Mario Galaxy.» «Per quale console?» [Per NES]

«Vedo che stai guardando i nuovi Samsung a LED, interessano?» [No, neanche se me lo regali, direi]

«Interessa il lettore flop rei?» [direi di no]

«Abbiamo la promo sulla 360 Arcade, la paghi 2 euro se ci porti 10 giochi PlayStation 3, 5 titoli Wii, 20 giochi DS e ci porti il caffè la mattina per un mese.»

«La protezione sui giochi la vuoi?» [Uh, aspetta che ci penso. No.]

«Ti vuoi abbonare alla nostra rivista?» [Se è gratis si, mi manca sempre la carta igienica]

«Visto belli i nuovi Nokia?»

«Stampanti? Ti consiglio una Epson, vanno da dio.»

«Miglior console, ora come ora? PlayStation 3 e vai sul sicuro.»

«Dragon Age: Origins? Ti consiglio la versione PS3.» [La migliore proprio]

«Metal Gear Solid 4? Un gioco così lo fai solo su PlayStation 3.»

«No, ti sconsiglio la 360, è da bambini, c'è roba tipo Viva Pinata

«No, l'ultimo di [inserire gruppo metal o pseudo tale a caso] però abbiamo l'ultima raccolta di Mina.»

«C'hai la tesserina?»

«Peccato questo gioco non te lo posso ritirare, vedo che ci hai giocato nudo a mezzanotte del 15 agosto, non ritiriamo titoli giocati in quel lasso di tempo. Peccato guarda, perché valeva un po'.»

«Se compri la Piessetre c'è il cavo accadi dentro? Certo, Sony è una azienda seria.» [tanto è vero che il cavo HDMI non è incluso]

«Quando esce x? Non lo so, non funziona il terminale.»

Player Episodi

Multifapping since 1984

L'HQ del più irritante podcast a sfondo videoludico del globo. Gretti, noiosi e maleducati: uno spazio di nerd frustrati per nerd frustrati.