Milo, il bambino scemo di Molyneux


Tanto tempo fa, ma neanche tantissimo, precisamente all’E3 2009, il buon Peter Molyneux, fondatore dell’omonima azienda produttrice di elettrodomestici, presentò un titolo interconnesso con Project Natal(e), il mitico Milo and Kate. Più Milo che Kate, in realtà.

Comunque, dicevamo, M&K (sembra la marca di uno scooter) è un simulatore di non si è bene capito cosa. Praticamente Milo è un bambino e il giocatore può interagire con lui tramite lo squallido clone del Wiimote. Tutto bello? Boh. Il filmato durava tre minuti e non si è capito praticamente nulla, solamente che possiamo parlare e comandare a bacchetta il bamboccio virtuale.


I giocatori si sono spaccati in due. Chi ama Milo e chi lo vorrebbe mettere sotto con un tir e poi usarlo come tappetino per il bagno. Ma mica finisce qui eh, perché il buon Mulino (bianco) nel corso dei mesi ha rilasciato dichiarazioni strabilianti tipo “eh la demo dell’E3 durava tre minuti, che volevate capire del gioco? Ora vi dico tutto io” salvo non dire poi una mazza perché “al momento non ne posso parlare, mi spiace”. Le solite cagate insomma.


Ma non è tanto questo il punto. Il punto è: che senso ha questo pseudo gioco? A cosa serve? A chi serve? E perché dovrei comprarlo? Sarà venduto in bundle con Natal? Speriamo di no.

Secondo Peter comunque l’esperienza di gioco (???) con Milo e Kate sarà incredibile, divertentissima, strabiliante, drammatica. Sarà come giocare a un JRPG insomma: basta levare i primi tre aggettivi e ci siamo.

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