Ubiboh


In Bretagna il tempo è uno schifo. Freddo. Vento. Pioggia. Umidità assassina. Contrattempi climatici sempre accoppiati, spesso presenti contemporaneamente. Vien facile quindi immaginare i fratelli Guillemot chiusi in una casupola, nel tepore confortante di quattro mura isolate dalle pisciate glaciali del buon Dio.
Davanti magari a una bevanda calda, già mi vedo i cinque consanguinei riflettere sul loro futuro professionale. Abitavano nel tanto suggestivo quanto sfigato Corno di Francia, mica a Parigi, Capitale di Francia e dei presuntuosi. Che vuoi fare in Bretagna, a parte coprirti bene?

E invece Yves e fratelli ebbero questa idea pazzesca: mettersi a pasticciare con il mercato dei videogames.

Era il 1986; sentire degli europei parlare di come tirar su soldi con i videogiochi sembrava quasi più cretino e irrealistico di ora. E non è poco, visto come oggi nei forum il primo pirla che ha giocato anche solo a Cooking Mama sembra ritenersi capaci di plasmare capolavori assoluti con due lenticchie, un 486 e gli artwork del cugino focomelico.

Nonostante l'idea fosse ardita, il progetto andò bene. Anzi, ottimamente. Sarà stato il vuoto pneumatico precedente, ma nel giro di una decade i fratelli Guillemot, sotto il nome Ubisoft, hanno arraffato i diritti di distribuzione sul territorio francese di gran parte delle soft co. che contano. A questo punto avrebbero potuto fare come la Leader o l'Halifax: chiudersi nel loro vischioso e remunerativo esoscheletro da usurai del mercato retail. E invece no. Hanno iniziato a espandersi internamente ed esternamente, unendo alla distribuzione la produzione e lo sviluppo diretto di videogiochi. Roba da far luccicare gli occhi di ogni buon sciovinista francese. Roba pesante. Roba che è valsa loro la nomina di Cavalieri della Repubblica francese. Non che facessero male a essere orgogliosi, eh. In Italia noi avevamo la Simulmondo, loro gente che andava a parlare di milioni di franchi con EA e Activision.

Tutto sommato ne ero felice. In mezzo a cowboy e samurai, vedere galanti e posati gentlemen del Vecchio Continente fare a spallate fra fiumi di bit faceva piacere. E la qualità? Non mancava, no. Affatto. Di titoli lodevoli ha riempito le case riempiendosi le casse.

Però.

Però mi stanno profondamente sul cazzo. Perché? Per qualche motivo sparso che elencherò. Sì. Li elencherò senza costrutto perché ho sonno e devo pisciare ancora il cane.

  • Mi hanno ucciso l'SSI. Fagocitata prima, smembrata poi. Ora, io so che il novanta percento di voi non sa nemmeno di cosa stia parlando, ma ecco, immaginate che vi caghino sopra la collezione di beyblade a cui tanto tenete. La Strategic Simulations Inc. era la mia collezione di beyblade. Solo meno gay.
  • Prince of Persia. Passi le Sabbie del tempo (anche se mi chiedo perché, con il capostipite e il seguito famosi per il senso di solitudine, ci debba essere una logorroica rompipalle a fare da spalla), omettiamo la svolta daVk dei due capitoli finali della trilogia… Ma l'ultimo? Santo cielo. Gesù. Visnù. YHWH. Zeus. Shemain. Anansi. Bobby Solo. Giocando a quel… quel… COSO si scopre soltanto che è più facile esalare l'ultimo respiro lavandosi i denti che lanciandosi con un turbante fra strapiombi e pertiche. Ma che dico: nel recente Prince of Persia non si muore. Non ci si emoziona nemmeno per le evoluzioni telefonatissime e vergognosamente autocalibrate. Si fa soltanto una gita di piacere fra suggestivi quanto piatti scorci di una persia arcadica (e anche un po' tamarra). Oltre ovviamente a sorbirsi i botta e risposta dei più insipidi grumi di poligoni della passata decade. Checculo.
    Il colpo di classe, però? Il finale “vero” a pagamento, via DLC. Con questa mossa sono stati capaci di far vergognare anche l'Activision.
  • Starforce, uno dei sistemi anticopia più fetidi della storia. Rischia di friggere letteralmente i drive ottici dei pc, oltre a inserire di nascosto drive con privilegio 0, aprendo il sistema a ogni malware che vi viene in mente. Il risultato? Ovviamente i pirati hanno raggirato il sistema che doveva fermarli in tempi a dir poco brevi., È sempre stato così nel mondo del cracking, non è che ci volesse un genio a prevederlo. Bastava non essere uno sviluppatore, ecco. A pagare lo scotto dello scellerato sistema, come sempre, sono stati i legittimi acquirenti. Uno dei capostipiti dell'ormai classico: “I pirati ci fanno la bua? Prendiamocela con chi i giochi li compra”.
  • Del sistema antipirateria di Assassin's Creed II abbiamo parlato fino alla nausea. Assassin's Creed mi dà la nausea. Direi di passare avanti e di passarmi un secchio per vomitare.
  • L'avete provata la demo di Splinter Cell Conviction? Io l'ho installata, ma credo di aver beccato un bug: il gameplay era patetico come un prete davanti a una scuola elementare. Dev'essere un bug, per forza.
  • L'apporto vomitevolmente massiccio su Wii. Si commenta da solo. Forse non hanno cagato fuori dal vaso con il secondo Red Steel. Forse. In tempi di vacche magre è bene non fidarsi dei commenti entusiastici di un possessore di Wii. Sarebbe come sentire un'eroinomane decantare la prelibatezza della colla.
  • Giulia passione quelcazzochetivieneinmente. Non è che abbia problemi con il mercato casual. È un altro target, non mangia nello stesso piatto dove mangio io. Ma per dindirindina, quanti diavolo di Giulia passione esistono? Hanno saturato quel mercato in maniera ignobile, tanto che non dubito che scoppierà come una bolla di sapone. Sembra di vedere tante piccole cartuccine con su scritto “Azioni Cirio”.

Ci sarebbe altro da dire. Ma ricordate? Pisciare il cane? Sì. Alla prossima.


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