La vera falsa storia di Ping Pong III

Un maestro dell'arte del Gorilla Depilato


13 marzo 1995. Pioveva a dirotto in quel livido pomeriggio di fine inverno. Ping Pong era nel pieno degli allenamenti di definizione dei glutei per gli Ass Open di maggio, piegato e dolorante sugli attrezzi. Era assolutamente intenzionato a rispondere agli insulti e al boicottaggio di Olof con la migliore prova della sua carriera agonistica.
L'atleta non usciva in pubblico dai fatti del settembre precedente, passando gran parte del suo tempo nella famosa palestra Shake 'n' Suck di Philadelphia, fucina di campioni straordinari come Alan Fag Hangover e Leonard Dizzy La Fayette.
Quel giorno, in mezzo alla scrosciante pioggia, l'auto di un rappresentante della DGW, Harold Dunnigam, si fermò davanti al suo rifugio. Secondo la testimonianza dei presenti, Ping Pong e Dunnigam non si scambiarono che poche, secche, pesanti parole. Pare che qualcuno sbottò anche con un acidulo «fottuto leccafiga». Ciò che è certo è che la DGW, con una lettera fortemente formale e la laconica presenza del dirigente, informò il tesserato Ping Jewel Kikkoman Pong della sua estromissione dal circuito professionistico ad interim.
Il ballerino sinoamericano uscì trafelato dalla palestra, senza nemmeno salutare il suo personal trainer o togliersi il pantacollant rosa, madido di sudore.
Mister Dunnigam, attualmente presidente dei pentagiochi erotici di Helsingborg, ebbe a dire qualche mese fa: «Con il senno di poi, considero la scelta della mia federazione poco felice. Non potendo squalificare Ping Pong con una motivazione discriminatoria, si puntò sulla tesi della scarsa trasparenza, contraria all'etica della nostra disciplina e financo al nostro codice di abbigliamento. In mezzo ai cambiamenti radicali che scuotevano gli Stati Uniti e, di riflesso, la nostra federazione, ci sembrava più comodo evitare di inamichirsi una fetta piuttosto ampia dei nostri atleti. Abbiamo perso forse uno dei prospetti più interessanti della sua generazione e il rammarico è forte, considerato poi che gli atleti dichiaratamente eterosessuali ultimamente stanno mietendo successi rilevanti».

Ping Pong scomparì dai radar per più di un anno, sebbene vi siano state numerose segnalazioni da parte dei fan più accaniti.
C'è chi giura di averlo visto in compagnia di Alan Moore in un pub di Northampton, intento a parlare di un progetto di teatro sciamanico di cui sarebbe stato il protagonista. Alcuni aspetti di Promethea, in effetti, ricordano in maniera eclatante l'ex decatleta cinese.
Si dice che nel novembre del 1995 sia stato pescato ubriaco alla festa esclusiva di Madonna per l'uscita del disco Something to remember, intento a pisciare serafico nel ciotolone di punch che faceva bella mostra sul tavolo del buffet.
La voce più curiosa, sebbene anche la più affascinante, vede un vendicativo Ping Pong ritirarsi alle pendici del Nanga Parbàt, deciso a imparare la probita tecnica marziale del Gorilla depilato. Si dice che un maestro di questa pericolosa arte marziale riesca a stappare un crodino uscito dal freezer usando un semplice accendino Bic. Tenendo la bottiglia con le sole chiappe.

In mezzo alle tante voci non verificabili, sarà la rotta voce di Ping Pong al telefono nel febbraio del 1996 a dare una testimonianza del tormento di un'artista ancora ineguagliato.


[continua…]

La vera falsa storia di Ping Pong parte prima
La vera falsa storia di Ping Pong parte seconda

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