La vera falsa storia di Ping Pong II

Olof in una foto del 1995




La foto pubblicata su «Daily queer» ebbe un effetto catastrofico sulla carriera di Ping Pong: quel semplice ritratto di normale quiete domestica modificò ineluttabilmente l'immagine pubblica dell'atleta di origini cinesi.
Per molti non era più il campione della mitica Double Penetration, né il viveur accostato ai più affascinanti uomini di entrambe le coste degli Stati Uniti. Il sorriso che aveva stregato milioni di consumatori di Popper si era annacquato nella figura di un triste uomo posticcio, goffo, fuori moda e terribilmente bugiardo.
La DGW per tutto il 1994 mantenne sullo scandalo un basso profilo, i suoi uomini si asserragliarono dietro laconici "no comment" ogni volta che la carta stampata chiedeva loro un'opinione.

Ping Pong, che doveva gran parte delle sue fortune alla forte determinazione e alla mancanza patologica di senso del ridicolo, sperava e si aspettava la reazione morbida dall'organo amministrativo principe dei balli omo.
Un caso simile aveva colpito James "Evita" Munoz, leggenda dello Sculettamento Burlesque, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta: fu immortalato durante la pausa estiva accanto a un grill con la barba incolta, un grembiule sporco di fuliggine con su scritto "Mi cucino le gallinelle" e una forchetta unta. Dopo qualche mese d'imbarazzo, lo scandalo si sgonfiò quando James vinse per la settima volta consecutiva il campionato di Elicottero con l'uccello.

Ping Pong sperava di potersela cavare come "Whirlwind Evita", ma non tenne conto di due particolari differenze rispetto allo storico campione messicano.
La prima differenza risiede in una fortunata convergenza: lo stile sporco e macho sarebbe diventato di moda pochi anni dopo nella comunità gay, tanto da far sembrare James Munoz il precursore di uno stile che tutt'ora conta moltissimi afecionados.
È la seconda differenza a essere però decisiva: un videogiocatore convinto non solo è iconograficamente etero, ma anche irrimediabilmente inappetibile. Né redimibile.

Nel settembre del 1994, nonostante le bordate di fischi del pubblico e l'asfissiante pressing dei giornalisti, Ping Pong arrivò primo alla maratona di Urletti Estasiati e Mossette Smaniose, mostrando la sua incredibile tenuta mentale e le sue sopraffini doti tecniche inverse.
Purtroppo, la vittoria non ebbe l'effetto sperato: molti atleti di quell'evento non si presentarono alla premiazione e il pubblico rispose con uno spaventoso silenzio agli incitamenti del vincitore.

Olof Silvestrov fu considerato la mente dietro la protesta.

Ballerino poco più che mediocre, sulla ribalta più per le sue evoluzioni sessuali in video amatoriali che per la sua carriera professionistica, Olof "il bello" era sempre stato la bandiera dell'integralismo omosessuale nelle discipline di ballo gay.
In quell'infausto giorno affermò davanti alle telecamere di Antenna Fluo: «Noi non siamo fenomeni da baraccone. Certo, ci vestiamo in maniera eccentrica e abbiamo comportamenti più che ambigui, ma meritiamo rispetto. Rispetto che Ping Pong non ci mostra, deridendoci con la sua evidente eterosessualità che maschera scimmiottandoci. Un topo fra elefanti. Io e molti altri atleti non vogliamo più condividere il palco con un mistificatore. Che il DGW scelga fra noi e un bugiardo».

La DGW minimizzò e Ping Pong si chiuse in un silenzio accorto, non volendo entrare in alcuna polemica.

Nel 1995, la drammatica svolta.

[continua…]

2 cretinate:

-=NickZip=- 10:37:00  

Comunque Ziano è un babbano puttano.

Unknown 12:31:00  

Nessuno avrebbe il coraggio di dire il contrario, credo.

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