Bufere, Water e battle.net

Il problema non è spendere denaro per StarCraft II. Sono certo che, a parte il comparto estetico vetusto, la necessità di comprare tre volte lo stesso titolo per avere tutte le campagne in singolo, la mancanza di un rivoluzione in meccaniche di gioco vecchie quindici anni per non deprimere quei subumani dei coreani, tutto sommato sarà un discreto giuoco che allieterà grandi e piccini.
Ripeto: il problema non è spendere denaro per StarCraft II. Il problema è spendere denaro per StarCraft II e non poter sfruttare la stupida licenza d'uso nel modo che più mi aggrada.
A cosa diavolo mi riferisco?
Come i più informati di voi sapranno, battle.net, dopo anni di onorato servizio, subirà un drastico cambio di registro.
Basta visitare la paginetta di StarCraft II per essere inondati da uno stile promozionale che definirei microsoftiano, nel senso che, come per le presentazioni dei software della casa di Redmond, si spalmano la vaselina sull'uccello e intanto ti spiegano perché il sesso anale passivo aiuti nella vita di tutti i giorni.
Riassumendo il nugolo di eccitate banalità cagate dal signor Canessa, battle.net diventerà uno Steam dei poveri: social networking, incentivi all'e-penis enlargement, obiettivi generalmente beoti e altre facezie di poco conto. Ma soprattutto costringerà l'utente ad avere una connessione internet sempre attiva per godere dell'esperienza di gioco, anche in singolo. Non viene affermato esplicitamente, ma non serve il Mago Pancione per intuire che l'idea sia quella di una costante e paranoica autenticazione delle copie.
E non va bene. Cazzo, non va bene per niente.
Si torna quindi alla storiella di Barbapapà, aggiungendoci l'aggravante di una fetta di potenziale utenza, poco importa sia piccola o meno, che non potrà usufruire di un'esperienza di gioco solo perché la Blizzard ha paura dei brutticattivipirati. Ovvio aggiungere che, ironia della sorte, il pirata giocherà la campagna in singolo, comodamente seduto sul cesso senza avere un router wireless, al massimo un paio di giorni dopo l'uscita ufficiale.
A parte gli improperi del caso, spero soltanto che nessun altro sviluppatore segua questo sciagurato esempio. Oh, wait.

Matsu


Aggiungerei una nota sul mercato videoludico: videogiocatori, siete dei grossi bimbi incapaci. Possono vendervi facilmente una riga di pixel rosa al costo di un prodotto rifinito. L'industria fa come i cioccolatai nel dopoguerra, quando dopo l'orario scolastico le barrette costavano il doppio. Ma ok, il bambino è coglione e gli sta bene.
Voi ora avete un lavoro, degli impegni irrilevanti e forse lo date a un buco, ma siete sostanzialmente le stesse teste mocciolanti che scambiavano la Liguria per il Pakistan. Ma che soprattutto pagavano il triplo per del burro sporco comprato da un vecchio analfabeta. E questo lo fa prendere nel culo anche a chi sapeva rispondere e a quelli che non avevano i soldi per la cioccolata.

Canoro

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