Intervento estemporaneo

Parole chiave
Visite
% visite
98 94,23%
2 1,92%
2 1,92%
1 0,96%
1 0,96%

Queste sono le parole con cui gli utenti google hanno raggiunto il nostro sito.
Da notare come le obese troie abbiano vinto 2-1 contro le misteriose troie lunghe e come, evidentemente, non ci siano abbastanza fonti italiane sulla produzione di transistor.

Me l'ha detto mio cuggino



Siamo videogiocatori. Quindi, per definizione, imbecilli.
Se dovessimo spiegare la precedente frase con un solo aspetto del nostro hobby, sarebbe impossibile non indicare l'erotismo dei rumor.
Più che giocare, amiamo pensare a quali incredibili meraviglie videoludiche potremo possedere fra un anno. Anno in cui attenderemo con gola quello che ci aspetterà l'anno successivo.
Ad libitum.
È inevitabile destino, una corsa pazza e irrazionale verso l'ineffabile domani. Una sorta di futurismo per analfabeti e con meno cani multizampe.
I giornalisti e i tanti mitomani, incrostati come resti escrementizi sulla scena underground, hanno compreso questa dinamica. Dunque pasteggiano come obesi sulla ricca tavola delle voci di corridoio.
Anche il redattore di una rivista uzbeka di giochi per Gizmondo paventerà amicizie importanti, per esempio con l'amante passivo di un macellaio che è inciampato una volta sugli scalini della sede Activision.

Noi di Multifap ci siamo stancati di questi mistificatori, di questi venditori di aria fritta nel piscio di sogni proibiti, di questi ometti incapaci di mantenere almeno un punto dell'avvilita deontologia professionale.



Abbiamo perciò trovato il twitter di Jack Macello Jr, redattore della prestigiosa rivista «360 Playstation3 nel Wii», scovando ivi dei rumor terribilmente credibili.

Jack Macello l'abbiamo scoperto noi, noi rendiamo pubbliche le sue elucubrazioni, quindi siamo degli ottimi giornalisti.

Itagaki scarcerato.

Se uno entra, l'altro deve necessariamente uscire.

Dopo il roccherò ou iè con la Tecmo, Itagaki torna a lamentarsi delle produzioni altrui (sviste che hanno partorito Dead or Alive, sia chiaro). Spalleggiato da figure note nel mondo dell'industria videoludica come il character designer di Virtua Fighter 5, l'equivalente nipponico del compagno di classe obeso che ricalcava Hokuto no Ken, Itagaki si appresta a vetriolare ogni programmatore che non assomigli a una parmigiana bruciata.
Tre morti, due Ed Boon*.

Nel frattempo la Tecmo dovrebbe tornare a produrre cloni di Otogi incentrati sul presidente degli Stati Uniti.


1UP: Potreste dirmi chi altro del Team NINJA è confluito nella vostra nuova compagnia?

Hiroaki Matsui: Potrei farti una lista, ma forse faccio prima a dirti che abbiamo fra noi tutti i capi settore, i direttori e via dicendo.

1UP: Tutti quanti?

HM: Beh, qui c'è Okamoto, il produttore, e io ed Ehara, i designer. Poi abbiamo Maeda e Sasaki, i capi progettazione. Questi ragazzi sono incredibili, hanno tirato su un motore grafico completamente nuovo in meno di un anno.

1UP: Significa che verrete fuori con un titolo completamente nuovo?

Katsunori Ehara: Esatto. È questo il motivo per cui abbiamo creato una compagnia totalmente nuova.

HM: C'è anche Motosa, il capo animazioni. Ha lavorato con me alla creazione delle tante e ottime animazioni di Dead or Alive e Ninja Gaiden. È giovane, ma è davvero bravo.

Yoshifuru Okamoto: Stiamo lavorando anche con Onishi, il direttore dei filmati.

HM: Era a capo di tutta la progettazione delle scene d'intermezzo di Ninja Gaiden. Fra l'altro è sempre stato il mio braccio destro. Abbiamo fra le nostre fila anche Inamori, il direttore del suono, e i ragazzi del team di level design.

1UP: Davvero? E poi chi altro?

HM: Prima di tutto, l'eccellente art director che ha condotto il character design per Virtua Fighter 5. Ha supervisionato tutto il lavoro di modellazione. Abbiamo anche la persona che ha creato i modelli di Akira, Kage e il personaggio che fa lucha libre.

[...]

1UP: Partendo dal presupposto che terrai i particolari sul tuo nuovo progetto per la presentazione ufficiale, puoi dirci quale sono i tuoi piani per il futuro?

Tomonobu Itagaki: Beh, andrò certamente all'E3.

YO: E3? Non a Las Vegas? [Ride]

TI: [Scoppia a ridere] Entrambe.

1UP: Svelerai il tuo nuovo gioco all'E3?

TI: No, no. È troppo presto. Potrei fare una mostra fotografica, però. [Ride] Comunque credo che sia mio dovere offrire ai miei fan il miglior gioco possibile. Perciò non ho intenzione di lasciarlo indietro per molto tempo. Per i miei fan che stanno leggendo: se mi vedete all'E3, sentitevi liberi di salutarmi.



*Ed Boon, co-creatore di Mortal Kombat, ha svelato, in una delle sue interviste concesse a GameDaily, che il suo beat 'em up preferito è Tekken e che ama giocarlo nel tempo libero. Loal.

Klaatu Verata Nictu


This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick This is my boomstick

Boomstick

Oggi è una giornata fiacca. E in tutta onestà non penso vi meritiate di più. 

A Satana piace questo elemento


Strani giorni. Viviamo strani giorni. Ecc.

Anon delivers (maybe)


Passi la reiterazione di archetipi narrativi immutabili, passi la necessità di standardizzare i prodotti di massa. Possiamo anche sorvolare sulla piattezza media degli intrecci che ci sorbiamo da una decina d'anni a questa parte.
Ma vi preghiamo, vi scongiuriamo: donateci una storia con un personaggio normale.
Tale è stata la voglia di sorprendere il giocatore, che il ragazzino efebico armato di spadone (con problemi di identità) o l'emulo sociopatico di Wolverine (con problemi di identità) si sono tramutati nelle basi necessarie e sufficienti su cui costruire i protagonisti dei videogiochi.

D'ora in poi, Multifap considererà protagonista ben riuscito solo quello che soddisfa almeno il 90% dei punti qui riportati:

  • non ha avuto un'infanzia particolarmente turbolenta;
  • se mai avesse avuto una triste infanzia, non veniamo resi partecipi della cosa;
  • ha genitori umani, preferibilmente non adottivi;
  • il suo luogo di nascita non viene bruciato né polverizzato;
  • non ha parenti o amici stretti che vogliono misteriosamente trucidarlo;
  • ha una corporatura normodotata, iridi e pupille comuni, arti perfettamente nella media anatomica. Tranne sensate giustificazioni, non può trasformarsi in qualcos'altro;
  • nel caso sia un uomo, assomiglia a un uomo. Nel caso sia una donna, non assomiglia a una mucca antropomorfa;
  • non parla né troppo né troppo poco;
  • i suoi capelli sono di un colore considerabile naturale e rispettano la vigente legge di gravità. Nel caso non lo siano, i comprimari mostreranno qualche perplessità sul suo gusto estetico;
  • il sistema limbico non ha disfunzioni, permettendogli di vivere senza amnesie e deja vu sfuocati;
  • ogni sua abilità peculiare o ogni potere se l'è guadagnato con anni di sforzi e di studio;
  • se ha superpoteri, ne gioirà. La sua capacità di alzare case con un mignolo o sparare raggi dalle narici non lo farà sentire solo né vorrà dannare il fato per averlo reso diverso;
  • ha un'etica e una morale "grigia". Può percorrere il suo cammino senza donare reni ai primi stronzi in dialisi che passano o senza uccidere un vecchietto per una basetta leggermente bistonda;
  • Dio rimane un enigma come per tutti i mortali, non presenziando Egli in alcuna maniera nella narrazione;
  • quando incontra la sua nemesi alla fine dell'avventura, non lo farà parlare né lascerà che richiami la supertrasformazione o i dodicimila sgherri nascosti nel taschino. Un bel calcio sui noccioli, una gomitata sul setto nasale e passa la paura;
  • se gli uccidono la/il fidanzata/o o il migliore amico, gradisce vivere il suo lutto lontano da telecamere, mobili o fisse che siano;
  • non diventa amico di qualcuno che cercava di ucciderlo per un fraintendimento. Lui sa che in un tribunale qualsiasi è considerato tentato omicidio comunque;
  • sarà capace di rispondere con tutto lo spettro di reazioni umane a stimoli esterni. Anche un depresso sorride, ogni tanto.

Vi preghiamo di riportare in calce, nei commenti o su facebook, personaggi degli ultimi dieci anni che rispondono sommariamente all'identikit qui riportato.
Così, per farci due risate.

Una prova di Fede










Cliccate sull'immagine per vederla in dimensioni umane.
Se Fede può fare il giornalista, noi possiamo fare vignette.

Oggi fa caldo, abbiamo finito i nostri pacchetti da venti di cancro e il boccione di vodka è tristemente vuoto. Perciò questo è il massimo che possiamo fare oggi senza venire denunciati.

Manifesto semiserio dell'integralismo videoludico





Punto primo
: il videogioco si chiama così e non, per esempio, Gino per la sua doppia natura: la sua componente ludica (parte attiva) viene visualizzata su uno schermo (parte passiva sincronica o semisincronica). Il bilanciamento fra le due parti deve essere concettualmente perfetto.
La preponderante presenza di uno di questi aspetti sull'altro trasforma il prodotto in qualcosa che non è un videogioco. Se trovate un prodotto del genere sugli scaffali dei videogames a sessanta euro, non fidatevi. Si tratterà o di un gioco di carte collezionabili o di un film nipponico di pessima qualità.
Punto secondo: il videogioco deve divertire. Non far riflettere, non concedere massime, non caricare l'onere di spiegare cosa sia la vita su uno scrittore o un regista fallito.
Divertimento puro, non annacquato da valutazioni intellettualistiche raffazzonate.
Se non diverte, il videogioco è solo una serie di immagini lampeggianti casuali. E di questi tempi, non fanno nemmeno venire l'epilessia [si spera che i giornali, dopo il classico turno dei pitbull, dei bulli e delle malattie virali come l'omoerotismo, torneranno sul tema].
Punto terzo: il videogioco, in quanto gioco, deve far divertire attraverso la componente attiva-partecipativa. Qualsiasi valutazione qualitativa che non concerna il divertimento provocato o è marginale o, più probabilmente, una gran cazzata.
Punto quarto: posto come accertato il punto terzo, la profondità di un titolo è direttamente proporzionale alla sua capacità di divertire per un lasso di tempo prolungato, appagando anche il giocatore che abbia già assorbito ogni meccanica principale.
Associare al videogioco la parola "profondità" per soli meriti narrativi, estetici o simbolici significa sfruttare metri di giudizio e apparati critici di altri media. Generalmente a casaccio.
Punto quinto: il videogioco non è arte.
Punto sesto: anche se ci fossero videogiochi astrattamente considerabili arte, la critica non sarebbe capace di spiegare il perché, mancando un apparato formale di valutazione.
Punto settimo: anche se esistesse astrattamente un apparato formale di valutazione e ci fossero videogiochi considerabili arte, come per altre forme espressive "basse", l'utente medio se ne sbatterebbe il cazzo.
Punto ottavo: l'utente medio deve sbattersene il cazzo, egli dovrebbe comprare un videogioco per il solo scopo di soddisfare i primi quattro punti.
Punto nono: il videogioco è una perdita di tempo. Cara. Alienante. Autoreferenziale. Diventa importante e una fonte di guadagno per pochi, pochissimi. E quelle persone sono dannate a considerare un hobby puramente superficiale qualcosa di terribilmente serio.
Corollario punto nono: il videogioco è masturbazione. Farlo da professionisti è come diventare attori nel porno. Sulla carta piace a tutti, ma nella pratica ben pochi lo fanno con convinzione. E ancora meno finiscono senza AIZ.
Punto decimo: se sottraendo il tempo che parlate di videogiochi al tempo che giocate davvero. il risultato è un numero negativo, c'è qualcosa di terribilmente sbagliato nel vostro approccio al medium.


Questo è un manifesto in divenire che necessita della vostra opinione e dei vostri suggerimenti. Perciò commentate, brutte merde. Se siete cagasotto timidoni, almeno mandate qualche indizio cifrato alla nostra mail o sul profilo facebook.

Il Giappone. Dalla produzione di massa dei transistor alle soapland.


Curioso il Giappone. Paese di suicidi e robot tecnicamente irrilevanti, ma entrambe le categorie ci affascinano con il loro esotismo culturale.
Ed è colpa nostra, piena e meritata.

L'Occidente si è dimostrato il miglior colonialista sine animus fin dalle prime scorribande in Turchia. Ipocriti il più delle volte, presuntuosi quando ve n'era il tempo o la necessità, abbiamo fatto sì che rigettassimo su culture di cui conoscevamo bene lo stupro e lo sfruttamento.
Sempre nella comodità di quei pochi che potevano bastonare un indiano per un pediluvio lievemente caldo.

Gli altri? A far da comodo nella merda di qualche ingranaggio di supporto.

Attualmente il mondo si specchia della stessa luce, curandosi di proteggersi con dei Ray Ban farlocchi. Probabilmente cinesi. Gli stessi cinesi che un tempo (ironicamente/storicamente) venivano additati come "giapponesi".

Giappone, quella incisiva doppia pi. Bistrattata dagli americani, sì, dopo immunerevoli stragi in tutto il sud-est asiatico. Poveri. L'ingranaggio era ancora di legno e diretto da un dio in terra. Poveri.

Sommariamente ignoreremo lo sviluppo socioculturale dei cari samurai, ninja, reppuken. Scusateci.

Siamo all'oppressione americana, una svolta dai toni rosa della ribellione giovanile. Infatti, i baluardi dell'ingranaggio divino temerono che la censura americana e le leggi post bellum potessero minare le antiche tradizioni del Sol levante (caro Mishima), cioè lo stupro, la tortura e il feudalesimo.
Al contrario, direi io.

Grazie all'influenza pacifista dei Garand statunitensi, il Giappone potè fondere i due aspetti principali di entrambe le culture: il militarismo e gli eccessi capitalistici.

Eccoci finalmente ai transistor, rampante produzione giapponese sfumata sul cinese. Da quel giorno avremmo potuto godere di manicheismo cartaceo e videoludico.

Gli emuli, capelli biondi e punk come se piovesse. Ma non proprio, erano più rivisitazioni sul genere. Ribelli. Giovani che bramavano troie obese e macchine lunghe quanto la vergogna di Alemanno.
Pardon: rivisitazioni, troie lunghe quanto Alemanno e macchine obese.

L'Onore non poteva abbandonarli, trecento anni di Storia non si possono bruciare in pochi attimi. Così comparvero i primi omunculi, veri e propri soldati moderni capaci di combattere lo sviluppo sociale grazie a demoni diversamente abili. I nostri amati manga, le bozze che nessun prete avrebbe accettato nel suo tempio sacro.

Ecco, l'esotismo dal rifiuto.

Noi, ingranaggi di metallo arrugginiti dalla presunzione, dovevamo assorbire quel caos culturale che per noi rappresentava la "fuga".
Wolverine è uno stronzo, non è divino, credo non spari palle di energia e sicuramente non ha mai pensato a uccidere Dio, quello cristiano. Eppure è stato accanto a noi per molti anni, la bestia.

Superato il razzismo della seconda guerra mondiale, ecco a voi il prodotto di una collisione storico-culturale: i Robot che tutto possono.

Il resto è davanti ai vostri occhi, alle vostre insicurezze. Siete Naruto, Goku e Devilman.

Potreste pensare che queste righe siano una filippica sul Giappone. Sbagliato (forse?).

È una filippica sulla nostra debolezza. Non la loro.

La vera falsa storia di Ping Pong II

Olof in una foto del 1995




La foto pubblicata su «Daily queer» ebbe un effetto catastrofico sulla carriera di Ping Pong: quel semplice ritratto di normale quiete domestica modificò ineluttabilmente l'immagine pubblica dell'atleta di origini cinesi.
Per molti non era più il campione della mitica Double Penetration, né il viveur accostato ai più affascinanti uomini di entrambe le coste degli Stati Uniti. Il sorriso che aveva stregato milioni di consumatori di Popper si era annacquato nella figura di un triste uomo posticcio, goffo, fuori moda e terribilmente bugiardo.
La DGW per tutto il 1994 mantenne sullo scandalo un basso profilo, i suoi uomini si asserragliarono dietro laconici "no comment" ogni volta che la carta stampata chiedeva loro un'opinione.

Ping Pong, che doveva gran parte delle sue fortune alla forte determinazione e alla mancanza patologica di senso del ridicolo, sperava e si aspettava la reazione morbida dall'organo amministrativo principe dei balli omo.
Un caso simile aveva colpito James "Evita" Munoz, leggenda dello Sculettamento Burlesque, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta: fu immortalato durante la pausa estiva accanto a un grill con la barba incolta, un grembiule sporco di fuliggine con su scritto "Mi cucino le gallinelle" e una forchetta unta. Dopo qualche mese d'imbarazzo, lo scandalo si sgonfiò quando James vinse per la settima volta consecutiva il campionato di Elicottero con l'uccello.

Ping Pong sperava di potersela cavare come "Whirlwind Evita", ma non tenne conto di due particolari differenze rispetto allo storico campione messicano.
La prima differenza risiede in una fortunata convergenza: lo stile sporco e macho sarebbe diventato di moda pochi anni dopo nella comunità gay, tanto da far sembrare James Munoz il precursore di uno stile che tutt'ora conta moltissimi afecionados.
È la seconda differenza a essere però decisiva: un videogiocatore convinto non solo è iconograficamente etero, ma anche irrimediabilmente inappetibile. Né redimibile.

Nel settembre del 1994, nonostante le bordate di fischi del pubblico e l'asfissiante pressing dei giornalisti, Ping Pong arrivò primo alla maratona di Urletti Estasiati e Mossette Smaniose, mostrando la sua incredibile tenuta mentale e le sue sopraffini doti tecniche inverse.
Purtroppo, la vittoria non ebbe l'effetto sperato: molti atleti di quell'evento non si presentarono alla premiazione e il pubblico rispose con uno spaventoso silenzio agli incitamenti del vincitore.

Olof Silvestrov fu considerato la mente dietro la protesta.

Ballerino poco più che mediocre, sulla ribalta più per le sue evoluzioni sessuali in video amatoriali che per la sua carriera professionistica, Olof "il bello" era sempre stato la bandiera dell'integralismo omosessuale nelle discipline di ballo gay.
In quell'infausto giorno affermò davanti alle telecamere di Antenna Fluo: «Noi non siamo fenomeni da baraccone. Certo, ci vestiamo in maniera eccentrica e abbiamo comportamenti più che ambigui, ma meritiamo rispetto. Rispetto che Ping Pong non ci mostra, deridendoci con la sua evidente eterosessualità che maschera scimmiottandoci. Un topo fra elefanti. Io e molti altri atleti non vogliamo più condividere il palco con un mistificatore. Che il DGW scelga fra noi e un bugiardo».

La DGW minimizzò e Ping Pong si chiuse in un silenzio accorto, non volendo entrare in alcuna polemica.

Nel 1995, la drammatica svolta.

[continua…]

Alcune notizie dal mondo





Dopo una lunga e sfiancante agonia, dopo un silenzio che faceva presagire il fatale dramma, Achim Moller ci informa della chiusura definitiva dello studio Factor 5, Inc.

Dopo quasi vent'anni dall'ultimo gioco veramente bello da loro prodotto, lo storico sviluppatore di San Rafael ci lascia.



Ma veniamo ora a una notizia di eguale importanza e rilevanza nell'attuale industria videoludica:

ho finito la carta igienica, sto usando dei numeri usati di Electronic Gaming Monthly.

La vera falsa storia di Ping Pong

Il team finlandese di Disco Gay delle Olimpiadi rosa del 1993


Alla tenera età di quattordici anni, Ping Pong scoprì la sua vera vocazione professionale sbagliando porta ed entrando nel famoso locale gay Tacchi a spillo e Basette. Ping Pong era ed è tutt'ora eterossessuale, per quanto non praticante, e non ha particolare amore per la musica elettronica da ballo. Però si accorse, nel mimetizzarsi con gesti convulsi nella calca di giovani baffuti e piacenti, che riusciva a muoversi terribilmente male e senza la benché minima traccia di mascolinità.
Poteva voler dire soltanto una cosa: sarebbe diventato un atleta di Disco Gay.

Nel 1991 strappò il suo primo contratto da professionista con la Ufo Probe Sports, squadra di balli gay finanziata dall'omonima azienda di dildo anali. Si presentò solo ad alcuni eventi sul suolo nazionale, ma non riuscì a piazzarsi in modo dignitoso. Nonostante questo, alcuni critici avevano già notato in lui un potenziale interessantissimo.

Nel 1992 arrivò secondo al campionato americano di Toccarsi il capezzolo e si qualificò ai mondiali di Braccine all'aria mostrando il sedere, seppure sia stato sfortunatamente eliminato agli ottavi dal leader indiscusso della disciplina, Franz "il gibbone" Sturmtruppen.
Seppure finì la stagione a secco di trofei, la DGW, massimo organo sportivo delle discipline di danza omosessuale agonistica, premiò i suoi sforzi con il titolo di Madonna d'Oro 1992.

L'anno successivo fu praticamente perfetto per l'atleta sinoamericano e la sua fama divenne tale da essere conosciuto anche fuori dal circuito dei professionisti.
Strappò un'insperata medaglia d'argento alle Olimpiadi rosa di Philadelphia nella disciplina del Salto a piedi uniti agitando i pugnetti, lottando fino all'ultimo con colossi del calibro del cubano Misty Moreno, John "Suck it" Baines e Billy Idol.
Lo stesso anno riuscì, primo nella storia dello sport, ad aggiudicarsi il Double Penetration, cioè la vittoria nella stessa stagione dei prestigiosi Decathlon di ballo omo di Helsinki e Mykonos.

Ma i successi portarono le prime invidie. E le prime invidie portarono i primi scandali.
Dall'inizio della sua carriera agonistica, Ping Pong a più riprese affermò con orgoglio la sua identità omosessuale, diventando anche il testimonial della campagna di sensibilizzazione Anche fra le verdure ci sono i finocchi.
Può sembrare un grave errore l'ipocrisia di Ping Pong, ma a metà degli anni Novanta non era ancora accettata l'eterosessualità fra gli atleti e i pochi diversi venivano con pretestuose sanzioni disciplinari esclusi dal circuito internazionale.
All'inizio del 1994, la rivista «Daily queer» pubblicò in prima pagina la foto di un Ping Pong adolescente, colto sull'atto di leccare il collo a una prostituta dalle enormi tette. L'atleta smentì goffamente le accuse del giornale, affermando che in quella occasione stava soltanto annusando il profumo della lucciola, un distillato alla vaniglia che trovava assolutamente divino per il suo numero con il boa.
Ma un successivo articolo sullo stesso giornale, aperto con il tombale titolo ETERO!, conteneva un'immagine che mostrava inequivocabilmente le sue preferenze sessuali: Ping Pong era stato immortalato, seduto sulla poltrona del suo appartamento, mentre giocava a Fatal Fury Special con una birra in mano, per giunta ad alta gradazione alcolica.
Il «Daily queer» tuonò in seconda pagina: «Qualcuno potrebbe affermare che la foto sia decontestualizzata, ma oltre alla disgustosamente maschia birra, la scelta del gioco e della console dimostrano ampiamente i gusti sessuali di Ping Pong. Una persona regolarmente tesserata in discipline omo, più volte considerato il boyfriend di modelli e ballerini senza che abbia mai smentito. È così etero da non aver nemmeno usato l'icona gay Billy Kane, buttandosi su un banalmente etero Terry Bogart».

Questo, senza ombra di dubbio, fu l'inizio del declino di Ping Pong.


[continua…]

Lettera aperta di un hardcover gamer




Uh, sono Manuel Ottimo.

So, cioè, che con le nuove tennicologie dei computer sicuramente già lo sa, ma mia mamma dice che solo i debosciati rochèr non si presentano come si fa fra la gente perbene.

Cioè.

"Solo i debosciati rochèr non si presentano come si fa fra la gente perbene, Manuel. Vuoi un altro po' di caponata con le cozze, tesoro saggio della tua genitrice?" dice preciso la mamma, che in genere sbaglia solo quando ha torto.

Ho letto il suo blob, Signor Multifap, e sono rimasto un po' sciroccato dal modo di come parla dei videogiochi. Cioè, non è normale di come si esprime e come va dicendo le sue espressioni colloquiali.

Cioè.

Io come giocatore dai tempi della playstation due della Sonia (che, cioè, vorrei conoscere perchè è donna vera di tempi veri, alla faccia della parità del sesso), cioè, mi sento molto chiamato in casa, se mi permette l'espressione colloquiale.

Tornavo con la mia motoretta potente dal giro della posta e mi sono detto, cioè, che lei si dovrebbe imparare i modi che si con fanno ai professionisti della critica videolurida.
Stavo smontando dalla motoretta potente sotto casa della mamma che quasi mi arrabbiavo, tanto sono con trito per il suo blob. Cioè, si vede che lei sa scrivere con una scrittura bella, ma sono i contenuti che proprio non si va bene se si guarda cosa offre la con correnza.

Cioè.

Non ha fatto nemmeno una re censione, o un ante prima di qualche nuovo gioco bello che poi magari mi compro quando è in versione baggio, cioè, tipo a meno insomma.
Dice solo parolacce e altre espressioni colloquiali che mia madre direbbe che lei è proprio satanista schifoso, cioè, tipo come quel diavolo sessuale di Alfredo Mercury.

Poi avete fatto un pezzo sul giocatore autista, e non sui postini. Mi sembra, cioè, chiaramente razzista verso chi ogni giorno si sveglia e lavora per guadagnare la pagnotta o la bozza da mezzo chilo ben cotta che altrimenti poi scorreggia farina, cioè.

Siccome che sono un hardcover gamer, come dicono le nuove generazioni su neo gaffe e altri forum di espressioni colloquiali, credo che meriterei di avere ragione con lei.

Sinceri saluti e baci,

XManuX

I contro della distribuzione digitale

Che belli i titoli in Digital Delivery.
Costano spesso più del prezzo a cui tutti, tranne i lombrichi nella melassa, possono portare la loro controparte fisica a casa.
Sono legati in genere a un account, a sua volta collegato a un numero massimo di pc.
In alcuni casi possono essere scaricati solo un numero prefissato di volte e per un determinato lasso di tempo.
I loro manuali in pdf sono in risoluzioni ridicole e spesso stampabili mediocramente. Ciò spiega come mai in ospedale, negli ultimi due o tre anni, si trovino persone con fogli A4 in mano che perdono sangue dai pori del culo senza apparente ragione.
Considerate le connessioni italiane del Cro-Magnon e le dimensioni gargantuesche dei file di installazione, molti si chiedono perché pagare per perdere un giorno a scaricarli (alcune volte senza nemmeno la possibilità di usare gestori di download) quando li warezzi gratis nella stessa, stupida, maniera.
I pre-order online premiano solo con oggettini in game la cui utilità fa impallidire soltanto ipotetici gratta-preti.
Uccidono il mercato dell'usato, facendo fallire catene come Gamestop. Vogliamo che i loro negozi vengano rasi al suolo con molotov per crearci sopra soviet sado-maso, non che chiudano senza farci frustare nemmeno una delle commesse sgallinate che girano fra gli scaffali.

Proprio belli, i DD.
Non fosse sufficiente, rischiano fra molti anni di indebolire il settore del collezionismo videoludico, non permettendoci quindi di rimirare splendidi animali da palco come il prode Ping Pong.



Presto racconteremo nei dettagli la sua meravigliosa storia, sveleremo gli avvenimenti che hanno portato un comune asiatico a danzare fra gli scaffali della sua collezione sulle note di una cover gay.
Believe.

Le api e i fiori per i nerd


… ho capito. Ma papà, cos'è il "fri romin"?

Il free roaming? Tesoro mio, è lo stile di alcuni videogiochi. Significa che puoi andare in giro liberamente con il tuo avatar senza dover passare per posti precisi che decide il gioco. Come il papà e la mamma quando si sono incontrati la prima volta.

"Ah, vatà"? Che vuol dire?

L'avatar è l'omino che muovi nel gioco. Si tratta del protagonista del sandbox game che può essere stato caratterizzato da chi ha creato il gioco o dal giocatore. Alla fine anche noi siamo avatar, zucchero mio. C'è qualcuno che ci ha creato e noi in parte ci siamo dati la nostra personalità.

Non ho capito cos'è il send bos.

Oltre a muoverti liberamente, il mondo è come un enorme parco giochi in cui puoi fare attività di tanti tipi. Non credere che questo non permetta una storia: esistono un sacco di sandbox game story driven.

Stori driven. Ehm…

Significa che il gioco va avanti sui binari di una storia, per quanto tu alla fine possa fare ciò che vuoi con un sacco di attività. Alcuni publisher nella current gen sono riusciti a unire la libertà d'azione a una storia. Capisci che è importante poter fare qualcosa ma avere un motivo per farlo? Come l'amore fra la mamma e il papà.

Papà, non capisco cos'è la corrente gen. E nemmeno chi sono i pabliscer.

La current gen è un termine che si usa per raggruppare le attuali console sul mercato.

Anche la mia pleistescion due?

No, tesoro, quella è old gen.

Fa male essere oldgen?

No, è solo di un altra generazione. Xbox 360, Playstation 3 e Wii sono current gen.

Ma il Wii mi sembra uguale alla mia pleistescion.

No, tesoro. I giochi sono renderizzati meglio grazie al processore Hollywood montato sulla macchina Nintendo, ma peggio della concorrenza che monta gpu e cpu high-end che possono sfruttare avanzati shaders. Non è considerabile old gen soprattutto grazie al wiimote, con il suo waggling e il sistema IR di direct pointing. Pensa che alcuni programmatori hanno usato il wiimote per applicazioni di rudimentale VR anche su OS Microsoft. Poi, tolte le solite aride critiche, la possibilità di downloadare DLC mi sembra da attuale gener…
Papà…

Sì, amore mio?

Cosa c'entra tutto questo con la mia domanda sul perché prendevi a panciate la mamma da nudi?

3D Realms chiude i battenti



Non c'è un cazzo da ridere.
3D Realms, dopo essere stata presa per il culo dal globo per il Re dei vaporware in produzione da quasi tre lustri, chiude ufficialmente i battenti.
Non c'è un cazzo da ridere, ripeto, per un paio di motivi.
Principalmente perché la 3D Realms era un po' come il compagno di classe sfigato che smutandavi tutte le mattine e gli fottevi i soldi durante la ricreazione. Quando scopri che si è suicidato, impalandosi con un totem espositivo della 505 Games in uno squallido Gamerush di periferia, un po' ti spiace. Era uno spasso e in fondo non si meritava del tutto di crepare, aveva delle potenzialità dietro la scorza da miserabile.
E in seconda battuta perché 3D Realms era Apogee, una delle più grandi compagnie di software ludico della storia. Creava e produceva capolavori per pc quando nessuno ci scommetteva nemmeno il culo di una nigeriana, forniva contenuti episodici ben prima che Gabe Newell assomigliasse alla ricca, brillante e arenata balena di oggi.
Ha creduto nei geeks e i geeks l'hanno ripagata.

Non c'è un cazzo da ridere, chiaro come il sole. Ma sono strafatto di ossido di diazoto e un appunto irrispettoso mi cola come bava dalle mascelle contratte.

Domanda: di cosa ha bisogno un capoccia di un'azienda per mantenere florida la propria attività?
Lungimiranza.

Nel 2006 Scott Miller, forte della sua esperienza come CEO della 3D Realms, si sbilanciò con questa affermazione: «Nella mia previsione Xbox 360 e Ps3 si equivarranno in termine di vendite, Revolution di Nintendo si aggiudicherà il terzo posto con un notevole distacco dalle concorrenti. Forse sarà l'ultima console Nintendo».

Lungimiranza Forever.

How do I blog life?

Oggi mi sono alzata triste, è sicuramente colpa dell'energia negativa della mia compagna di banco. Dovete sapere che sono una wiccah (hihihi). Purtroppo questa energia, che chiamerò "idiozia" per comodità, mi ha accompagnato per tutto il giorno (quanti puntini esclamativi ci vogliono per risultare sia analfabeta che mielosa?)!!!!

Mi trucco. MA NON VI SENTITE GIÀ SOVRASTATI DALLA MIA PROFONDA ESISTENZA????

Il trucco sbava, sbava e rimango basita. MIO DIO. Maledetta quella troia e la sua energia. Perché nessuno mi capisce?

Ho fame. Che bella sensazione, mi sento sempre più magra, ma in realtà sono grassa, obesa. Non riesco a suonarmi le costole come uno xilofono, esce solo un là appiccicaticcio. Vomito, quindi.

Ahahaha. Sono svenuta sul gabinetto, che scherzi mi tiri bulimia????

Oggi è giorno di spesa; prima tappa il panettiere!!!! Carico tutto il mio peso sulla porta scorrevole in vetro del negozio, finché una lurida obesa mi chiede: «Ce la fai, piccina?» e apre SENZA PROBLEMA ALCUNO il portone dell'inferno (perché nessuno mi capisce?)!!!! Obesa del cazzo.

Chiedo due grammi della farina sopra le rosette secche del giorno prima. Quel barbone fallito del panettiere mi risponde «bla bla bla non è possibile, prenda almeno una rosetta…». Stronzo, magari fossi secca come le tue rosette! Faccio per uscire, ma mi tocca aspettare che l'obesa la finisca con la sua inutilità e mi apra le colonne di fiamme. Stronza, non vedi che sono qui ad aspettare?

(Perché nessuno mi capisce???? Io sono speciale!!!!)

Uff, sono sfatta dalla fatica. Svengo sul letto per due-otto ore. Io me lo posso permettere; sono magra e speciale.

È arrivato il mio boy, Kevinuccio bello. Lui sa quanto sono speciale, infatti mi dice sempre che nel culo sono l'unica e la migliore. Lui fa il Pi.Erre per una discoteca che manco ve lo spiego. Vi dirò solo che una volta ha rifiutato un modello perché s'è permesso di usare il termine "anacronistico" nella sala vip. Frocio comunista, porta rispetto!!!!

Sono svenuta durante l'amore con il mio boy, ma sapete, non si può pronunciare "svenuta" senza "venuta". Ahahahah come sono simpatica, magra, obesa e speciale. Ora ho delle croste bianche sul naso e sulle ciglia. Stronzo. Non mi capisce nessuno. Anzi, troia maledetta e la sua energia negativa.

Vabbè, mi raglio due grammetti di bamba.Mia madre si permette di rispondere, le rompo un nano di gesso sulla gobba. La troia non mi capisce, io sono speciale, cazzo… e magra. Questa cazzo di energia negativa, domani l'ammazzo, la troia.
Prima di uscire per la seratona a base di KETA (babbo chi non la prova), scrivo una poesia:

Dolore, il pane
sono speciale, due grammi
il nano di gesso mi capisce
rotto sopra il mostro obeso
amatemi

CHE PERSONALITÀ PROFONDA! E mi interesso pure di cinofilia, quei vecchi film brutti che non capisco, però ora ho un velo di cultura che col cazzo che si sposta!
Devo uscire.
BACI BACI a tutti i miei fan di Gaia online, ma non alle troie obese, fate schifo, sfigate.
Bla bla bla, essendo tutto strettamente a tema videoludico… Beh, oggi ho giocato a Madworld, sì, carino, faccio cose.

Multifap #3 è fra voi, miscredenti.

Dopo:

  • ore di editing
  • cuffie che esplodono misteriosamente
  • dialoghi fra Canoro e il suo riverbero
  • parole riNdondanti
  • quindici ore di conversazioni su Skype, di cui quattro di fila
  • sputazzi nel microfono (malamente) cancellati
  • cinque ore in ufficio di Matsu segretamente veicolate a questa sozzeria
Siamo fieri come dei leghisti alla Sagra della Mucca di presentarvi il terzo episodio di Multifap: Ars pudica.



Una serissima discussione sul videogioco come forma d'arte
Special Guest: il bambino incagnito
Retro:orteR presenta: Pong (versione per nonvedenti)
Orfani e Focus Cancel
Recensione in un fiato: Street Fighter IV

Potrete ascoltare l'episodio nel player alla vostra destra, abbonandovi via feed o scaricando la puntata da Filefront.
Visto il cambio di feed [grazie Switchpod, speriamo ti cadano i capezzoli], per abbonarvi via iTunes dovrete aspettare qualche giorno.
Ma sticazzi, in fondo.

La mia arte… è così… è così liberatoria.

Visto che è da vera intellighenzia scrivere recensioni di giochi retro, vogliamo mostrare la nostra capacità critica. Anche noi pensiamo di meritarci la colonna di qualche blog o e-zine internazionale sull'arte videoludica.
Vi mostreremo come siamo capaci di allinearci a standard considerati eccellenti in questa deliziosa disamina. Potrete ascoltare la versione per nonvedenti nella prossima puntata di Multifap, presto sui tre iPod che lo caricheranno.


Retro:orteR
Ceci n'est pas une compte rendu.
presents:

PONG



È sicuramente uno dei titoli più importanti della storia, per la precisione il più importante.

Un titolo che trasforma i forti limiti della macchina in un perfetto connubio fra i colori fluo e un intelligente minimalismo, riprendendo le scelte cromatiche del movimento teutonico Die Brücke. Essenziale è l'aggettivo che meglio lo descrive. Pochi e ben distinti tratti lo contraddistinguono per categoria. Primo in assoluto sul fronte dell'innovazione avanguardista contemporanea. Loos lo avrebbe amato per la razionalità priva di decorativismi ridondanti.

Il suono ipnotico della barra che impatta come l'ineluttabile destino contro la palla ricorda l'evoluzioni sonore di Artem'ev, rarefatti gridi sintetici nello spazio vuoto. Non si potrebbe nascondere che sia influenzato dall'esperienza di Stockhausen nel campo della musica concreta, figlia delle sperimentazioni della scuola di Darmstadt.

L'inter(attiva) carica rivoluzionaria di Pong si perpetua in ogni ipnotico scambio di battute, una visione ciclica della storia dal sapore Maya, in cui le crisi e i punti si modificano per entropici guizzi di irrealtà.

Un titolo seminale, organico nella sua austera solidità, capace di svelare nel suo ritmo marziale la caducità dell'esistenza moderna.
Ha il solo difetto di essere privo di multi online. E non cià gli obbiettivi, poco sgargio.

Voto 9,432

[Sappiamo che il voto farà infuriare i fanatici del Magnavox Odissey, che abbiamo liquidato con un 9,363. Teniamo però profondamente alla nostra deontologia professionale. E ai moneyhat di Atari. NdR]

Apologia della massificazione

Il nostro instancabile e post-moderno avvocato, Hans Burnstufen, ci ha inoltrato una mail che ha raggiunto il suo studio delle Hawaii poche ore fa.
Il mittente è la Ubisoft; si è sentita in dovere di precisare l'importanza strategica della serie Giulia Passione e i suoi futuri e interessanti sviluppi.

Gentile redazione di Multifap, abbiamo letto fra le righe elettroniche di un vostro articolo un certo scetticismo sull'attuale espansione del mercato dell'intrattenimento digitale.
Vi assicuriamo si tratti di un falso problema, poiché una maggiore eterogeneità di contenuti non può che arricchire un panorama che tendeva negli ultimi anni ad appiattirsi su generi e concept abusati. Basti pensare agli arcade: troppo difficili, poco vendibili su piattaforme casalinghe e troppo colorati per essere un prodotto non indirizzato a un target infantile.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di mostrare con la linea
Games for Everyone che un altro mondo digitale è possibile. Ora finalmente anche le bambine, generalmente incapaci di gestire più di due tasti con il ritmo di un qualunque normodotato, possono considerarsi con orgoglio videogiocatrici!
Inoltre i nostri prodotti per il segmento hardcore dimostrano come il nostro amore per gli utenti più smaliziati, quelli che ci hanno permesso di guidare Ferrari dal primo
Rayman, non sia venuto meno.
Basti pensare all'ultimo
Prince of Persia, serie famosa per le sue meccaniche trial and error, in cui per quanto uno si impegni non si possa morire. Non possiamo nemmeno dimenticare Hawx, gioco di combattimento aereo che fa sembrare Ace Combat simulativo come un titolo MicroProse. Per non parlare dell'innovativa e fresca versione Wii di Broken Sword, una delle prime avventure grafiche che si risolvono da sole grazie agli aiuti integrati.
Poi, cosa c'è di più maturo di un'avventura basata sull'affascinante universo di
Grey's Anatomy?
Mi sembra quindi che, sotto questo aspetto, abbia ragione Nintendo: soddisfiamo le fasce hardcore con titoli di splendida fattura, eppure trovano sempre di che lamentarsi. Neanche offrissimo loro spazzatura. Chissà perché.
Qualsiasi altro publisher avrebbe abbandonato questo segmento esigente a giochi cervellotici freeware come Dwarf Fortress, ma noi crediamo fermamente nell'idea di universalità del videogioco.
Anche la serie
Giulia Passione, che voi tanto denigrate, si aprirà alle fasce più adulte con tre titoli che potranno attrarre giovani donne e, perché no, anche i giocatori hardcore più curiosi.
Permetteteci il piacere di presentarveli in esclusiva.

Giulia Passione Lamette


Accompagna una giovane psicotica nel suo viaggio di perdizione nell'Emo pop. Da verginale dodicenne a truccatissima e tintissima scenester, insegna a Giulia come vestirsi fluo e fingere di avere problemi che assolutamente non ha.
Riuscirai a farla tagliare, delusa dal suo boy che non la chiama da dieci minuti?

Giulia Passione Snuff Movies


Rivivi l'affascinante esperienza di una tossicomane ungherese che vende il suo corpo per una dose, iniziando a girare per ambienti che le vostre madri riterrebbero proprio no-no. Falle conoscere un mascalzone di nome Julio che la irretirà e poi la ucciderà in diretta per vendere il filmato a collezionisti depravati.
Potrai scegliere mille modi per torturarla: usa lo stilo per strapparle le unghie, premi sul touch screen a tempo per inciderle con un coltello versetti del Necronomicon oppure maledicila nel microfono del ds per impaurirla.
Scambia con le tue amiche i filmati dell'efferato crimine, potresti essere tu la regista del nuovo millennio!

Giulia Passione Pro-Ana


Segui la vita di una modella, erosa da disturbi alimentari e da una forte dipendenza da cocaina. Scegli i vestiti della sua taglia nel reparto "Auschwitz", decidi da un enorme e succulento menù di ricette del mondo quale piatto NON mangerà oggi, convinci i suoi amici che è così magra solo per lo stress da carriera.
Riuscirai a far credere al mondo che l'anoressia è meravigliosa e tutti dovremmo provarla almeno una volta?


Come vedete, non c'è nulla di cui preoccuparsi.
Spero che possiate d'ora in poi parlare dei nostri titoli con un sorriso sulle labbra, consci che facciamo sempre il massimo per soddisfare tutti. Ma proprio tutti. Anche tuamadre.

Distinti saluti,

P. Pippa
Sales Manager Ubisoft Italia

Fritzl è uno ggiovane come voi


Visto che siamo due stronzi alla moda, nel menù sopra il titolo abbiamo piazzato il link al profilo pubblico di Multifap su Facebook. Perciò non indugiate, diventate gioiosamente nostri fan e portate la nostra sghemba parola nel mondo!
Su, farete come minimo tredici quiz del cazzo al giorno, sopportare i nostri aggiornamenti non dovrebbe essere un problema per voi.


No, non aggiungete gli amministratori fra gli amici se, per caso, non possono essere considerati vostri amici. Fra l'altro sono maleodoranti e malvestiti, come i deputati di certi partiti politici.

Player Episodi

Multifapping since 1984

L'HQ del più irritante podcast a sfondo videoludico del globo. Gretti, noiosi e maleducati: uno spazio di nerd frustrati per nerd frustrati.