Passi la reiterazione di archetipi narrativi immutabili, passi la necessità di standardizzare i prodotti di massa. Possiamo anche sorvolare sulla piattezza media degli intrecci che ci sorbiamo da una decina d'anni a questa parte.
Ma vi preghiamo, vi scongiuriamo: donateci una storia con un personaggio normale.
Tale è stata la voglia di sorprendere il giocatore, che il ragazzino efebico armato di spadone (con problemi di identità) o l'emulo sociopatico di Wolverine (con problemi di identità) si sono tramutati nelle basi necessarie e sufficienti su cui costruire i protagonisti dei videogiochi.
D'ora in poi, Multifap considererà protagonista ben riuscito solo quello che soddisfa almeno il 90% dei punti qui riportati:
- non ha avuto un'infanzia particolarmente turbolenta;
- se mai avesse avuto una triste infanzia, non veniamo resi partecipi della cosa;
- ha genitori umani, preferibilmente non adottivi;
- il suo luogo di nascita non viene bruciato né polverizzato;
- non ha parenti o amici stretti che vogliono misteriosamente trucidarlo;
- ha una corporatura normodotata, iridi e pupille comuni, arti perfettamente nella media anatomica. Tranne sensate giustificazioni, non può trasformarsi in qualcos'altro;
- nel caso sia un uomo, assomiglia a un uomo. Nel caso sia una donna, non assomiglia a una mucca antropomorfa;
- non parla né troppo né troppo poco;
- i suoi capelli sono di un colore considerabile naturale e rispettano la vigente legge di gravità. Nel caso non lo siano, i comprimari mostreranno qualche perplessità sul suo gusto estetico;
- il sistema limbico non ha disfunzioni, permettendogli di vivere senza amnesie e deja vu sfuocati;
- ogni sua abilità peculiare o ogni potere se l'è guadagnato con anni di sforzi e di studio;
- se ha superpoteri, ne gioirà. La sua capacità di alzare case con un mignolo o sparare raggi dalle narici non lo farà sentire solo né vorrà dannare il fato per averlo reso diverso;
- ha un'etica e una morale "grigia". Può percorrere il suo cammino senza donare reni ai primi stronzi in dialisi che passano o senza uccidere un vecchietto per una basetta leggermente bistonda;
- Dio rimane un enigma come per tutti i mortali, non presenziando Egli in alcuna maniera nella narrazione;
- quando incontra la sua nemesi alla fine dell'avventura, non lo farà parlare né lascerà che richiami la supertrasformazione o i dodicimila sgherri nascosti nel taschino. Un bel calcio sui noccioli, una gomitata sul setto nasale e passa la paura;
- se gli uccidono la/il fidanzata/o o il migliore amico, gradisce vivere il suo lutto lontano da telecamere, mobili o fisse che siano;
- non diventa amico di qualcuno che cercava di ucciderlo per un fraintendimento. Lui sa che in un tribunale qualsiasi è considerato tentato omicidio comunque;
- sarà capace di rispondere con tutto lo spettro di reazioni umane a stimoli esterni. Anche un depresso sorride, ogni tanto.
Vi preghiamo di riportare in calce, nei commenti o su facebook, personaggi degli ultimi dieci anni che rispondono sommariamente all'identikit qui riportato.
Così, per farci due risate.
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