Manifesto semiserio dell'integralismo videoludico





Punto primo
: il videogioco si chiama così e non, per esempio, Gino per la sua doppia natura: la sua componente ludica (parte attiva) viene visualizzata su uno schermo (parte passiva sincronica o semisincronica). Il bilanciamento fra le due parti deve essere concettualmente perfetto.
La preponderante presenza di uno di questi aspetti sull'altro trasforma il prodotto in qualcosa che non è un videogioco. Se trovate un prodotto del genere sugli scaffali dei videogames a sessanta euro, non fidatevi. Si tratterà o di un gioco di carte collezionabili o di un film nipponico di pessima qualità.
Punto secondo: il videogioco deve divertire. Non far riflettere, non concedere massime, non caricare l'onere di spiegare cosa sia la vita su uno scrittore o un regista fallito.
Divertimento puro, non annacquato da valutazioni intellettualistiche raffazzonate.
Se non diverte, il videogioco è solo una serie di immagini lampeggianti casuali. E di questi tempi, non fanno nemmeno venire l'epilessia [si spera che i giornali, dopo il classico turno dei pitbull, dei bulli e delle malattie virali come l'omoerotismo, torneranno sul tema].
Punto terzo: il videogioco, in quanto gioco, deve far divertire attraverso la componente attiva-partecipativa. Qualsiasi valutazione qualitativa che non concerna il divertimento provocato o è marginale o, più probabilmente, una gran cazzata.
Punto quarto: posto come accertato il punto terzo, la profondità di un titolo è direttamente proporzionale alla sua capacità di divertire per un lasso di tempo prolungato, appagando anche il giocatore che abbia già assorbito ogni meccanica principale.
Associare al videogioco la parola "profondità" per soli meriti narrativi, estetici o simbolici significa sfruttare metri di giudizio e apparati critici di altri media. Generalmente a casaccio.
Punto quinto: il videogioco non è arte.
Punto sesto: anche se ci fossero videogiochi astrattamente considerabili arte, la critica non sarebbe capace di spiegare il perché, mancando un apparato formale di valutazione.
Punto settimo: anche se esistesse astrattamente un apparato formale di valutazione e ci fossero videogiochi considerabili arte, come per altre forme espressive "basse", l'utente medio se ne sbatterebbe il cazzo.
Punto ottavo: l'utente medio deve sbattersene il cazzo, egli dovrebbe comprare un videogioco per il solo scopo di soddisfare i primi quattro punti.
Punto nono: il videogioco è una perdita di tempo. Cara. Alienante. Autoreferenziale. Diventa importante e una fonte di guadagno per pochi, pochissimi. E quelle persone sono dannate a considerare un hobby puramente superficiale qualcosa di terribilmente serio.
Corollario punto nono: il videogioco è masturbazione. Farlo da professionisti è come diventare attori nel porno. Sulla carta piace a tutti, ma nella pratica ben pochi lo fanno con convinzione. E ancora meno finiscono senza AIZ.
Punto decimo: se sottraendo il tempo che parlate di videogiochi al tempo che giocate davvero. il risultato è un numero negativo, c'è qualcosa di terribilmente sbagliato nel vostro approccio al medium.


Questo è un manifesto in divenire che necessita della vostra opinione e dei vostri suggerimenti. Perciò commentate, brutte merde. Se siete cagasotto timidoni, almeno mandate qualche indizio cifrato alla nostra mail o sul profilo facebook.

3 cretinate:

Matsu 14:02:00  

Un ringraziamento enorme al solito Esteban de la Fuente per il suo apporto alla stesura di questo manifestucolo senza pretese.
Fa sentire il calore della partecipazione, vaca boia.
Mica voi passivini che leggete di nascosto e non ci insultate nemmeno un pochino.

Anonimo 14:38:00  

Rompikoglioni.
sparate kazzate senza senso e pretendi pure dei kommenti..
cioè, se tu di VG non kalpisci un kazz non è kolpa nostra ke non risp.
tu ti kiedi xkè nn risp?Xkè leggiamo il blog sl x 2 risate. e qua cè la prova di qsto.
cioè, kissene frega di giokare qndo grazie al GENIO mi viene donata una storia sull'evoluzione fighissima, piena di filmati che ti mettono veramente DENTRO al gioko, ke ti narrano POESIA in movimento? il VG è arte.per i veri giokatori come me si dovrebbero eliminare tutti i tasti tranne la X e il O, per mandare avanti i dialoghi.
Kojima è DIO..
io comunque sono un giokatore a tutto tondo ho tutti i PES a kasa.
anche se sono meno arte di Kojima.

DarkSnake94, giokatore e kritico di videogames.

Ps. Skusate se ho infilato per sbaglio qualke "c". Sono di fretta ke devo andare a kalcio.

Unknown 15:27:00  

Scusaci, DarkSnake94.
Tu rappresenti il nostro target di riferimento ed è brutto che ciò che diciamo non sia di tuo gradimento, per giunta con un numero di k non sufficiente a rendere scorrevole la lettura.

Però Coggima, come ben sai dalla nostra prima puntata del podcast, lo amiamo e veneriamo. E non è un genio, Coggima è il Mondo. E ci odia tutti, sporchi occidentali che non siamo altro.

Ti vogliamo ancora fra di noi, Darkecc.

M & C

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