L'insostenibile leggerezza del Wii


Potremmo parlare di E3, ma non lo faremo.
Tutto sommato la baracconata losangelina si tiene su attraverso le aspettative esagerate degli appassionati, le voci di corridoio a metà tra la burla e l'operazione di marketing e lo spirito di rivalsa su possessori di console concorrenti («sarà la migliore conferenza EVAH!!!!111!!»).
Concluse le campagne marketing spacciate per presentazioni, diremo la nostra. Siamo cazzari, ma cazzari genuini. Parlare di un probabile Mario Party o del prossimo Halochesicuroverràpresentato ci interessa poco o niente.

Piuttosto, ci ha incuriosito questa intervista, sorprendentemente sincera in un momento di follia come la vigilia dell'Electronic Entertainment Expo.
Danny Bilson, vicepresidente dello sviluppo creativo di THQ, ha parlato della percezione che uno sviluppatore può avere del Wii e le sue ripercussioni.

«Il peggior incubo per le terze parti è il Wii. È come una scatola di Monopoli nell'armadio. Ho Wii Sports e sono apposto così. Lo tiro fuori dall'armadio, chiamo a raccolta la famiglia, agitiamo i wiimote per qualche ora e siamo felici fino al mese prossimo in cui lo ritireremo fuori. Forse potrei comprare un gioco di Mario per il compleanno del piccolo.»

È quasi rinfrancante scoprire di non essere i soli a trovare il Wii una piattaforma trasformata in paradiso dei non-giocatori, nonostante le strombazzate degli ottusi filo-aziendali che nominano cinque (5) giochi all'anno per sottolineare la bontà del parco titoli dell'ammiraglia Nintendo. Cinque titoli che in genere o sono rimasti sul suolo giapponese o che, su una console dall'offerta più ricca, ti aspetteresti di trovare nel cesto delle offerte a nove Euro e novanta.

Pensate che quindi THQ smetterà di produrre titoli per il Wii?
Non avete capito la splendida evoluzione del mercato made in Nintendo.

«Ci tengo a precisare che continueremo a supportare il Wii. Pianifichiamo di dare il via allo sviluppo di altri altri giochi. Titoli per famiglie, casual, da "tutti sul divano". Credo fermamente in questa filosofia. Ora come ora non porteremo titoli hardcore sul Wii. Lo stavamo facendo, ma ci siamo fermati. Siamo una compagnia che non ama particolarmente i rischi. Vogliamo abbracciare i giocatori da Monopoli nell'armadio, abbiamo intenzione di nutrirli. Di portare questa gente a volere i nostri giochi, perché non sono quel tipo di giocatori che aspettano i prossimi grandi titoli e fanno preordini o roba del genere.»


Questa frase, per quelli svegli, spiega esattamente il motivo per il quale l'E3 continuerà a non valere un cazzo se non per poche persone. I giocatori da Monopoli se ne fregano, di 'sta monnezza.

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