Meteore Developers Edition

I Ninja Theory hanno deciso di fare il grande salto: mai più giochi in esclusiva. Notiziona, no? Cazzo, vi immagino già là sconvolti a mordere il cuscino con il faccione di Kratos stampato sopra.

Del resto vi ricordate dei Ninja Theory, no?
No!?
Non mi stupisce.
Apparso come un fungo su una bovazza, sconosciuto autore dello sconosciuto Kung Fu Chaos, lo sviluppatore inglese diventò tutto a un tratto, intorno alla metà del 2006, il Team dei sogni per Ps3. Questo prima ancora che uscisse il loro famigerato Heavenly Sword e la stessa console su cui cotanta paventata meraviglia avrebbe dovuto girare. Prima che la guerra delle esclusive non diventasse semplice onanismo cerebrale per senza vita.
Tutti li adoravano. E non parlo solo della massa sbavante e illusa dei fan Sony più talebani. No no. Testate specialistiche cartacee e non profondevano lodi prossime allo sbrodolamento. Addetti ai lavori che vedevano nel francamente inquietante crine della protagonista il miraggio di un futuro intessuto da mirabolanti calcoli procedurali. PR Sony che si chiudevano nei bagni aziendali a masturbarsi ferocemente sulle press release.
Una sorta di psicosi collettiva, rafforzata dalla stessa Ninja Theory che snocciolava numeri e illustrava tecnologie sopraffine con una tale asciutta sicumera da far sembrare Carmack uno scolaro. Tante son state le loro opinioni su un po' tutto che, fascicolando tutte le loro interviste e i loro interventi, si sarebbe potuto rilegare una bibbia. La personale Bibbia delle Teorie Ninja. In giro avresti anche potuto dire «Oh, ma fuori fa un caldo che si muore» che sicuramente qualcuno, con aria da evangelista invasato, avrebbe replicato con un «Ma i Ninja Theory nella loro tremiliardesima intervista su IGN, chiamata fra noi fedeli Lettera di Mike Ball Apostolo ai climatologi, dicono l'esatto contrario. Oh, c'hai visto che capelli che ti ci hanno tirato fuori? Ma ne sapranno più di te, no?».

Poi?
Poi il gioco è uscito. I fan Sony, dopo il naturale entusiasmo post-hype, si son scordati perché ci credessero così tanto. Le testate specialistiche cartacee e non hanno estratto la lingua dal culo dei Ninja Theory e hanno valutato il gioco per quell'action anonimo che è. Gli addetti ai lavori hanno scoperto che erano tutti trucchetti da due lire e si son rituffati nel pessimismo cosmico di chi lavora tanto (e male) per guadagnare poco (e male).

I PR Sony continuano imperterriti a masturbarsi ferocemente sulle press release. Ma questo è un altro discorso.

Vedo le ggenti in 3D

Uuuuu che figo il Treddì. E che belli gli occhialini. Quando andavo alle elementari erano tristi, ora sono di gran moda. Colpa dei truzzi? Non lo so, meglio non indagare.

Comunque, dicevo, la moda del 3D ha contagiato tutti. 5 anni fa la parola magica era "Accadì" ora è "Treddì". Poteva Nintendo non essere colpita dal il fascino delle tre dimensioni? Sì, poteva, visto che l'HD l'ha evitato per bene. Però no, Nintendo è stata colpita in pieno dalla sindrome 3D e per tutta risposta... Ha annunciato il Nintendo 3DS.

Nuova, ennesima evoluzione del DS (ci son più versioni del DS che neuroni nel cervello di un tossico), capace di supportare la visualizzazione di giochi 3D, senza bisogno di usare gli occhialini. E come? Booooh, ovviamente i simpatici giappici non hanno rivelato nulla di nulla. Per questo c'è l'E3, eh...

Aspettiamo quindi, magari sto giro la cosa funziona, in barba ai flop degli occhialini 3D per il Master System, del Virtual Boy e del glorioso R-zone della Tiger. Poi però non lamentatevi se vedete doppio e la testa vi scoppia eh. Non è colpa di Brain Training...

May We have your attention, please?

Sabato, momento perfetto per tirar le somme. E per tirare altra roba la sera, se siete quel tipo di persone.

Gioite: Multifap #6 inizia a formarsi nelle nostre giovani menti. Siamo tutt'ora a uno stadio embrionale, intendiamoci. Ancora il padre biologico non lo sa, lo stronzo.

Per venire in contro alla nostra pigrizia, gli interventi sul blog verranno pubblicati tre volte alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Uno rigurgito a testa, giusto per non sconfessare le brillanti norme vigenti sulla par condicio ad assetto variabile.
In teoria la cosa sarebbe iniziata nell'attuale settimana, ma un Canoro di cui non faremo nomi era preso a fare cose e vedere persone. O dormiva. Non si sa.

Multifacts riprenderà dopo Pasqua, quando un Matsu che vuole rimanere anonimo tornerà (si spera) a controllare quei grumi appiccicaticci di tempo libero che gli rimangono.


Questo è quanto. Andate ora. Su, su!

Ubiboh


In Bretagna il tempo è uno schifo. Freddo. Vento. Pioggia. Umidità assassina. Contrattempi climatici sempre accoppiati, spesso presenti contemporaneamente. Vien facile quindi immaginare i fratelli Guillemot chiusi in una casupola, nel tepore confortante di quattro mura isolate dalle pisciate glaciali del buon Dio.
Davanti magari a una bevanda calda, già mi vedo i cinque consanguinei riflettere sul loro futuro professionale. Abitavano nel tanto suggestivo quanto sfigato Corno di Francia, mica a Parigi, Capitale di Francia e dei presuntuosi. Che vuoi fare in Bretagna, a parte coprirti bene?

E invece Yves e fratelli ebbero questa idea pazzesca: mettersi a pasticciare con il mercato dei videogames.

Era il 1986; sentire degli europei parlare di come tirar su soldi con i videogiochi sembrava quasi più cretino e irrealistico di ora. E non è poco, visto come oggi nei forum il primo pirla che ha giocato anche solo a Cooking Mama sembra ritenersi capaci di plasmare capolavori assoluti con due lenticchie, un 486 e gli artwork del cugino focomelico.

Nonostante l'idea fosse ardita, il progetto andò bene. Anzi, ottimamente. Sarà stato il vuoto pneumatico precedente, ma nel giro di una decade i fratelli Guillemot, sotto il nome Ubisoft, hanno arraffato i diritti di distribuzione sul territorio francese di gran parte delle soft co. che contano. A questo punto avrebbero potuto fare come la Leader o l'Halifax: chiudersi nel loro vischioso e remunerativo esoscheletro da usurai del mercato retail. E invece no. Hanno iniziato a espandersi internamente ed esternamente, unendo alla distribuzione la produzione e lo sviluppo diretto di videogiochi. Roba da far luccicare gli occhi di ogni buon sciovinista francese. Roba pesante. Roba che è valsa loro la nomina di Cavalieri della Repubblica francese. Non che facessero male a essere orgogliosi, eh. In Italia noi avevamo la Simulmondo, loro gente che andava a parlare di milioni di franchi con EA e Activision.

Tutto sommato ne ero felice. In mezzo a cowboy e samurai, vedere galanti e posati gentlemen del Vecchio Continente fare a spallate fra fiumi di bit faceva piacere. E la qualità? Non mancava, no. Affatto. Di titoli lodevoli ha riempito le case riempiendosi le casse.

Però.

Però mi stanno profondamente sul cazzo. Perché? Per qualche motivo sparso che elencherò. Sì. Li elencherò senza costrutto perché ho sonno e devo pisciare ancora il cane.

  • Mi hanno ucciso l'SSI. Fagocitata prima, smembrata poi. Ora, io so che il novanta percento di voi non sa nemmeno di cosa stia parlando, ma ecco, immaginate che vi caghino sopra la collezione di beyblade a cui tanto tenete. La Strategic Simulations Inc. era la mia collezione di beyblade. Solo meno gay.
  • Prince of Persia. Passi le Sabbie del tempo (anche se mi chiedo perché, con il capostipite e il seguito famosi per il senso di solitudine, ci debba essere una logorroica rompipalle a fare da spalla), omettiamo la svolta daVk dei due capitoli finali della trilogia… Ma l'ultimo? Santo cielo. Gesù. Visnù. YHWH. Zeus. Shemain. Anansi. Bobby Solo. Giocando a quel… quel… COSO si scopre soltanto che è più facile esalare l'ultimo respiro lavandosi i denti che lanciandosi con un turbante fra strapiombi e pertiche. Ma che dico: nel recente Prince of Persia non si muore. Non ci si emoziona nemmeno per le evoluzioni telefonatissime e vergognosamente autocalibrate. Si fa soltanto una gita di piacere fra suggestivi quanto piatti scorci di una persia arcadica (e anche un po' tamarra). Oltre ovviamente a sorbirsi i botta e risposta dei più insipidi grumi di poligoni della passata decade. Checculo.
    Il colpo di classe, però? Il finale “vero” a pagamento, via DLC. Con questa mossa sono stati capaci di far vergognare anche l'Activision.
  • Starforce, uno dei sistemi anticopia più fetidi della storia. Rischia di friggere letteralmente i drive ottici dei pc, oltre a inserire di nascosto drive con privilegio 0, aprendo il sistema a ogni malware che vi viene in mente. Il risultato? Ovviamente i pirati hanno raggirato il sistema che doveva fermarli in tempi a dir poco brevi., È sempre stato così nel mondo del cracking, non è che ci volesse un genio a prevederlo. Bastava non essere uno sviluppatore, ecco. A pagare lo scotto dello scellerato sistema, come sempre, sono stati i legittimi acquirenti. Uno dei capostipiti dell'ormai classico: “I pirati ci fanno la bua? Prendiamocela con chi i giochi li compra”.
  • Del sistema antipirateria di Assassin's Creed II abbiamo parlato fino alla nausea. Assassin's Creed mi dà la nausea. Direi di passare avanti e di passarmi un secchio per vomitare.
  • L'avete provata la demo di Splinter Cell Conviction? Io l'ho installata, ma credo di aver beccato un bug: il gameplay era patetico come un prete davanti a una scuola elementare. Dev'essere un bug, per forza.
  • L'apporto vomitevolmente massiccio su Wii. Si commenta da solo. Forse non hanno cagato fuori dal vaso con il secondo Red Steel. Forse. In tempi di vacche magre è bene non fidarsi dei commenti entusiastici di un possessore di Wii. Sarebbe come sentire un'eroinomane decantare la prelibatezza della colla.
  • Giulia passione quelcazzochetivieneinmente. Non è che abbia problemi con il mercato casual. È un altro target, non mangia nello stesso piatto dove mangio io. Ma per dindirindina, quanti diavolo di Giulia passione esistono? Hanno saturato quel mercato in maniera ignobile, tanto che non dubito che scoppierà come una bolla di sapone. Sembra di vedere tante piccole cartuccine con su scritto “Azioni Cirio”.

Ci sarebbe altro da dire. Ma ricordate? Pisciare il cane? Sì. Alla prossima.


Internet & Conquer 4: Tiberian Twilight


Essì, lo so che il gioco si chiama Command & Conquer 4: Tiberian Twilight, ma in questa occasione vale la pena aggiungere il suffisso internet nel titolo. Perchè la casa di Riccitiello (con un cognome così puoi solo aprire un pastificio o andare a dirigere il settore sportivo della Diadora) ha ben pensato di usare un sistema di protezione simile a quello scelto da UbiLol per Assassin's Creed 2 PC.

E tanti si son lamentati, visto che questo è ancora più invasivo! Tanto per iniziare, bisogna essere connessi alla rete sempre e comunque, ma questo ormai lo sappiamo. Il problema è che, se la rete viene a mancare durante una partita, il gioco si rifiuta di salvare fino a quando non ci riconnettiamo...

...
...
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Electronic Arts se ne frega, visto che, fondamentalmente, la protezione viene lanciata con questa mentalità "per crackarla ci vogliono pochi giorni, durante i quali noi abbiamo già guadagnato abbastanza spillando soldi a utenti onesti".

Utenti che però si sono rotti le palle, davvero, di questi sporchi trucchi. Sì, perchè io pago con soldi veri, sudati, e voglio essere libero di giocare quando, come e dove mi pare. E se volessi giocare in treno, in bagno, al pronto soccorso o in coda alla posta? Eh, non posso, se non ho la connessione. E se la mia religione mi vieta di connettermi alla rete? Pace, mi attacco al tram.

Alla fine Assassin's Creed 2 era anche un gioco tutto sommato ben fatto, e molti hanno chiuso uno o due occhi. Ma per una ciofeca come Command & Conquer 4 tutto questo è davvero troppo.

Ciapa lì!

Multifap #5 Out Now!

La quinta puntata di Multifap è finalmente pronta. Incredibile a dirsi, nevvero?
Un mese e mezzo di registrazioni, bestemmie, problemi tecnici di registrazione, problemi di bestemmie con i tecnici, registrazioni di tecnici.
Tutto questo sudore e sangue per venticinque minuti di sputazzi su microfono, gracchianti tracce vocali e consonanti folcloristicamente masticate a casaccio.

Insomma, la vostra classica e accogliente puntata di Multifap vecchia scuola.



  • Designers trombati dal destino. I nomi? La cacca
  • La scuola elementare per bambini speciali
  • Un'ora e mezzo di riflessioni in una freddura
  • Oltre lo stipendio il nulla: il game designer
  • Recensione in un fiato: Spore
  • Nessuna scena extra, per carità
  • Nessuna scena extra extra, ci mancherebbe, perdiana

Potete ascoltarlo sempre da quello schifo di player-bottone sulla destra, abbonandovi sulla puttana musicale o scaricando la puntata da Mevio.

Collezionismo videoludico. Aka soldi buttati


Premetto che la nascita di questo post ha una causa ben precisa. In un momento di noia mi son ritrovato a fissare la mia collezione di giochi per iPod Touch. Collezione di giochi? Collezione di icone quadrate, casomai!!!

Essì. perchè un tempo si collezionavano scatole, ora icone colorate. Il solito post "a morte il DD, viva i supporti fisici" penserete voi. Ennò, rispondo io. Però mi chiedo...

Ma la vorrei davvero la scatola di Guerrilla Bob o N.O.V.A.? No, certo che no, chissenefrega. E la vorrei la scatola di Geometry Wars 2 e Castle Crashers? Ecco, di questi due magari si...

Tutto questo popodirobbba per dire cosa? Boh, mi sono scordato, anche perchè per scrivere queste tre righe ci ho messo quindici minuti buoni.

No, dicevo quindi in futuro ci troveremo a collezione icone quadrate? Si, può essere, e non parlo solo di videogiochi. Pensate a libri e fumetti. Pensate agli Mp3, già da anni la gente collezione icone musicali.

In fondo
una cosa del genere esiste già da secoli. Si chiama collezionismo di francobolli.

Bon, buon weekend!

No connessione? No Assassin’s Creed 2!

In questi giorni UbiSoft è nell’occhio del ciclone. Per cosa? Per l’assurdo sistema di protezione di Assassin’s Creed 2 in formato PC, eccopercosa!

Dovete sapere, cari bimbi belli che ci leggete, che la casa francese (ridateci la gioconda, cit. il tizio delle suonerie) ha lanciato proprio la settimana scorsa AC 2 su PC. E finalmente, dopo ben quattro mesi di attesa. Ma l’attesa è stata ripagata, pensano i giocatori, ci sono anche due DLC gratis che su console sono a pagamento, pappappero.

Tutto bello? Sì, se non fosse che Assassin’s Creed 2 adotta un sistema di protezione ridicolo. Ma ridicolo forte. Ridicolo tipo che per giocare devi avere una connessione sempre attiva.

Essì, avete capito bene. Al primo avvio bisogna creare un accaunt su Ubi.com, e questo profilo viene usato per conservare tutto: salvataggi, statistiche e compagnia cantante. I dati risiedono sui server di UbiSoft, per questo è necessario essere connessi per giocare.

Per necessario intendiamo che bisogna SEMPRE avere una connessione attiva, altrimenti il gioco non parte. E se si disconnette la ADSL? In questo caso nell’attesa del cambio provider il gioco si blocca, fino a che la connessione non riparte. Geniale, davvero, si si.

A chi scrive è capitato di stare per diversi giorni senza connessione ADSL a causa di guasti tecnici (ma sarà capitato a tutti) e quindi? Non solo non si naviga, ma non si gioca neppure! Eccheccavolo!

Il problema è che i server UbiSoft non funzionano benissimo e in questi giorni hanno impedito a diverse persone di giocare correttamente, con crash frequenti e periodi di down più o meno lunghi.

E indovinate un po'? Chi ha piratato il gioco non ha avuto nessun problema, men che meno chi lo ha comprato su console…

Evviva il mercato piccì e lesue simpatiche protezioni!

Tesoro, mi si è ristretto il calendario


No, non il calendario della Ferilli, o perché no, quello delle stelle del basket NBA (ora in tutte le edicole). Parliamo del calendario interno della Pleistescion 3. Dovete sapere che il datario della console Sony è andato recentemente in crash ed ha causato danni alle PS3 fat. Solo alle fat però, perché sono brutte, grasse e cattive.

Ricapitoliamo. 1 marzo, i possessori di PS3 sono in delirio. Perché? Non riescono ad accedere al PSN, i trofei non si sicronizzano, i video non partano, i giochi nemmeno. Che peccato, ora non possiamo giocare ad evi rein!

Tutti si fiondano in rete ed in breve tempo si scopre la causa del problema. Sony si giustifica citando un massiccio attacco hacker ai danni del Playstation Network. Ma la verità è ben altra, l’orologio interno della PS3 è impazzito, cercando di saltare dal 28 febbraio al 29 (data inesistente nel 2010), mentre avrebbe dovuto skippare automaticamente dal 28 febbraio al 1 marzo.

Tutto qui? Si, tutto qui. Un banale errore di programmazione ha causato il crash di milioni di console. Sony ha consigliato di non accendere ne usare la console fino a completa soluzione del problema. Cosa che è successa nella mattinata del 2 marzo. Oggi per la PS3 è il primo del mese, quindi il calendario ha ripreso a funzionare senza intoppi.

Immaginiamo suicidi di massa in Giappone, visto che tutto questo è avvenuto indubbiamente a causa dell’errore umano (dei programmatori, dei tester addetti al controllo qualità? Chi lo sa…)

In ogni caso la situazione è stata assurda, con gli utenti che hanno intasato Feisbuc, Tuitter ed i forum lamentandosi dei salvataggi persi e dei trofei cancellati.


Ed è inutile sperare, la Sony non vi regalerà un gioco gratis scaricabile dal PSN per scusarsi del disguido!

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